Lettera 34 In viaggio

Giovedì 16 settembre 2021

Ciao Fra, quando ho letto la tua ultima lettera, nella quale mi parlavi della sparizione di Lucia, ho pianto. Ma sul serio.
L’incubo più grande di sempre e per sempre per ogni genitore.
Cinque minuti che pesano come anni e che continuano a gravarti sul petto anche quando hai la certezza che sia tutto finito perché il tuo cuore dorme sereno nel suo lettino.
E non sentirti mica in colpa sai, anche se lo so, è inevitabile. Te lo dico da mamma un pochino vintage, è sufficiente un minimo spostamento del capo e degli occhi perché accada.
Insieme al sogno del neonato che mi scivola dalle braccia, che da tempo ti ho raccontato, è certamente questo il mio incubo più ricorrente. Dentro ci sono sempre io, che perdo i miei bambini oppure non li raggiungo in tempo nel luogo in cui mi stanno aspettando, anche ora che sono grandi.
Anzi, ora si è aggiunto Marchino nei piccoli che posso perdere di vista. Che faticaccia.
Tornando a te, ti leggevo e avevo voglia di abbracciarti stretta stretta.
Ma ora, per distrarre te (e anche me) da questi pensieri pesanti ti parlerò di viaggi. Sì, lo so che ancora non possiamo, ma torneremo a farli.
Oggi però mi concentrerò sui viaggi che abbiamo già fatto e che possiamo rivivere, o anche su quelli che nascono stando ferme. Ho letto in proposito un articolo bellissimo.
“Quando perdiamo la possibilità di visitare paesi lontani, è il momento di ricordarci che possiamo esplorare continenti sconosciuti senza uscire dalla nostra casa”.
Secondo le teorie di un filosofo francese (del 600 mi pare), l’unica causa dell’infelicità dell’uomo è “che non se ne può stare tranquillo nella sua stanza”.
Pensaci, quanto è stata dura essere rinchiusi fra quattro mura sapendo che ci sono mille luoghi da esplorare?
Ho pensato quindi di fare tesoro di questo pensiero filosofico proprio qui e ora.
E se non fosse assolutamente necessario visitare sempre posti nuovi per scoprire cose diverse e interessanti? Se avessimo un tesoro nascosto dentro di noi, composto da esperienze talmente numerose da poterci bastare per molte vite?
Ho provato a riflettere su questo.
Forse la mancanza, fra le altre cose, della possibilità di viaggiare in questi anni non è il vero problema. Magari lo è il fatto che non siamo capaci di sfruttare al meglio quello che abbiamo a portata di mano.
E allora potremmo provare a viaggiare restando semplicemente seduti sul divano, anche se il pensiero, ti confesso, mi spaventa. Quando ho troppo tempo per pensare ho timore delle incursioni della mia “pazza di casa”.
Credo però che periodi di riflessione tranquilla mi aiuterebbero alla fine a conoscermi di più, a riordinare me stessa, a non avere più paura di viaggiare dentro la mia mente.
Non lo so sai se riesco ad essere chiara e a spiegarti bene quello che voglio dire.
Per farti un esempio, mettendo in pratica tutto quello che sto cercando di farti capire, potrei provare a trarre dolcezza ed emozione ripescando viaggi che ho già fatto. E ne ho fatti davvero parecchi Fra, sono fortunata, lo so.
E mi sono capitate tante cose, ma è come se le avessi messe in fondo all’armadio della mia mente, aspettandomi di non vederle mai più. Come qualcosa da sistemare in soffitta.
E invece no.
Devo imparare a non trascurare i ricordi, a non avere questa smania continua di emozioni nuove.
E ora che ci penso seriamente e mi sforzo di farlo, mi rendo conto che dei viaggi che ho fatto non ricordo fatica, ansia, confusione e sensi di colpa, che certamente ho provato, ma solo il bello.
Posso rievocare così il camino che scoppiettava in piena estate a San Cristobal de Las Casas, il fado suonato nella pizza di Lisbona, il rhum bevuto sulla spiaggia di Cuba e le lacrime purificanti che mi ha scatenato.
Posso salire di nuovo senza nemmeno una goccia di sudore sul Machu Picchu, riconoscere il profilo dell’Inca ed alzare le braccia al cielo per sentirmi un tutt’uno con l’universo.
E saprei andare avanti per ore Fra, ritagliando l’emozione migliore da ogni singolo viaggio.
Ma ti dirò di più. Mi sono accorta che se davvero voglio e quando voglio, sono in grado di acchiappare, nel vero senso della parola, la bellezza, anche nel corso di una semplicissima passeggiata.
Per farti un esempio con la capacità di notare un fiore, di far riaffiorare un sogno, di ripensare ad un amico o ad un progetto accantonato ma non morto.
Basta così poco per sentirsi ricchi dentro. Lo siamo e siamo capaci di diventarlo sempre più ogni volta che troviamo il coraggio di viaggiare dentro di noi.
E quindi, sì, torneremo a fare grandi viaggi in paesi lontani, ma nel frattempo abbiamo avuto e abbiamo tuttora il privilegio di attraversare quel continente sconosciuto, pericoloso, ma tanto affascinante, che siamo noi.
Torna presto prestissimo.
Ti aspetto, sempre.

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