Lettera 50 Il mondo non si è farmato mai un momento

Domenica 21 gennaio 2024

Ciao Fra,
la foto delle tue bimbe alle prese con la cucina è decisamente fantastica.
Anche se sono di spalle mi pare quasi di percepire la fiducia che la piccola Violante ripone nella sorella maggiore.
Che è poi la stessa che leggo negli occhi di Matilde e Ludovica quando guardano Marco.
Cambiando argomento, anche se all’inizio potrà sembrarti sempre lo stesso, voglio parlarti della fatica che io faccio ad allontanarmi dai miei bimbi.
E con la parola “bimbi” non intendo riferirmi solo ai miei nipotini, ma anche ai miei figli.
A dire il vero è sempre stato difficile per me muovere passi nel mondo senza portare con me tutti coloro che amo.
Così mi capita ogni volta di entusiasmarmi per l’organizzazione di un viaggio e poi di arrivare con angoscia vicina alla partenza, distrutta a furia di pensare a come faranno tutti quanti a sopravvivere per così tanto tempo senza di me.
Poi ogni volta torno e mi rendo conto di come io non sia poi così indispensabile.
Utile sì, ma ho dovuto arrendermi di fronte all’evidenza.
Posso assentarmi con una certa tranquillità senza che la vita di tutti i miei amori si fermi per aspettare il mio rientro.
Questo solo per dirti che il mio essere nonna ha acutizzato ancora di più i miei timori.
Resta il fatto che poi mi lascio trascinare dalla mia voglia di scoprire il mondo e vado.
Oggi ho voglia di leggerezza e quindi ti propongo un gioco che ha proprio a che fare con il viaggio.
Ti descriverò brevi emozioni, flash e sensazioni e tu dovrai indovinare di quale paese del mondo ti sto parlando.
Sei pronta?
Chiudi gli occhi e immagina:
– ragazze stupende, pure di una purezza che sa di antico, che ti guardano, ti sorridono e ti prendono la mano per mostrarti ciò che tu da sola non sapresti vedere, per indicarti dettagli che certamente non coglieresti;
– donne che svolgono lavori umili con una dignità che commuove e che si accontentano del tuo sorriso, non vogliono niente, non chiedono niente;
– di desiderare con tutto il cuore di saperti esprimere nella loro lingua per parlare, per fare domande, per capire;
– di entrare, letteralmente entrare, dentro la storia;
– bambini felici del loro poco o niente, felici e basta, con i loro sorrisi grandi, così grandi che ti fanno venire in mente solo la poesia “Ode al giorno felice”. Te ne dedico un minuscolo pezzetto giusto per farti indovinare meglio:
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra…
– di attraversare strade a più corsie in mezzo ad una orchestra di clacson e senza una striscia pedonale che sia una, come di fronte ad una roulette russa;
– che qualcuno si accorga solo guardando i tuoi occhi e senza aver sentito la tua voce che hai un raffreddore pazzesco e ti prometta di farti guarire (promessa mantenuta) preparandoti una bevanda curativa e meravigliosa;
– lacrime di commozione per la dolcezza, per la bellezza, per la gioia di conoscere e per la sensazione di iniziare finalmente a comprendere.
Ah e poi luce, calda e dorata, sopra ogni cosa.
Lo ammetto, gli indizi che ti offro non sono risolutivi.
Avrei potuto fornirtene ben altri e non avresti avuto dubbi sul nome del paese di cui ti sto parlando, ma sarebbe stato fin troppo facile.
Preferisco che tu ti concentri sulle sensazioni che spero di riuscire a trasmetterti anche solo con pochi tratti di penna.
Ti aiuterò dicendoti che non è un viaggio poi così lontano nel tempo.
Fatti sentire presto.
P.S. Il tempo vola ad una velocità impressionante e fra una settimana le Twins compiranno un anno, ti rendi conto?
P.P.S. In estate una festa, lo hai detto! Ci conto.

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