Il lavoro dell’allattamento

Per quanto possa essere fastidioso, meraviglioso, faticoso, emozionante, sconvolgente, straordinario, doloroso e speciale l’allattamento è da prendere prima di tutto come un lavoro. Deve essere gestito come un impegno vero e proprio a cui dedicarsi unicamente per uno o più periodi della propria vita. Le situazioni che possono capitare sono tante, alcune davvero infelici, ma se ci facciamo trovare pronte le cose andranno sicuramente un po’ meglio.

Ricordiamoci inoltre che il travaglio può durare svariate ore, ma l’allattamento dura per mesi (a volte per anni) e il suo inizio (per prendere un buon ritmo possono volerci diverse settimane, a volte anche un paio di mesi) può essere davvero difficile ed estenuante.

Questi i miei consigli pratici:

-mentre sei in ospedale (degenza media 2/3 giorni) chiama l’ostetrica ogni volta (anche durante la notte) che attacchi il bambino al seno per prendere padronanza del momento e avere conferma che sia tutto ok;

-resta in contatto anche dopo la dimissione con la tua ostetrica di fiducia e/o col reparto, per ogni dubbio o perplessità e iscriviti ad un gruppo su Facebook sull’argomento per confrontarti con altre mamme e condividere con loro idee e bisogni;

-compra in farmacia le coppette raccogli latte per proteggere i capezzoli (sono in plastica rigida e non permettono il contatto diretto con abiti e tessuti e soprattutto proteggono da eventuali colpi, incollamenti o sfregamenti) e indossale più che puoi;

-se il capezzolo è leggermente rovinato metti sopra qualche goccia del tuo latte e lascialo asciugare per diverse volte al giorno;

-utilizza soltanto cotone per l’abbigliamento e gli asciugamani che entrano in contatto coi capezzoli;

-se hai una montata veloce e molto abbondante (normalmente più frequente dal secondo figlio) ricorri all’argilla verde (3 volte al giorno su tutto il seno, tranne i capezzoli, in abbondante quantità: lascia asciugare, seccare e risciacqua con una doccia calda massaggiando);

-riscalda il seno prima e durante la poppata (io ho utilizzato il cuscino da cervicale con semi che si scalda al microonde) può evitare ingorghi;

-varia la posizione del bambino per farlo tirare in tutte le direzioni (lui svuota la parte dove appoggia il suo mento);

-se dopo la poppata il seno è ancora duro, fai una doccia calda e massaggia il seno facendo uscire il latte in eccesso;

-durante la montata (molto abbondante ed infausta), e subito dopo, io ho trovato utile attaccare la bambina per 10/15 minuti ad un seno e poi passarla all’altro finché non era sazia (alla poppata successiva iniziavo col seno con cui avevo finito); per poi arrivare a ritmo “normale” dell’alternare il seno ad ogni poppata, quindi utilizzandone uno solo a suzione, dopo circa il suo primo mese di vita;

-il trucco migliore nell’allattamento è tenere sveglio il bambino mentre mangia (stringi i suoi piedi, massaggiagli le gambe, stuzzicagli le orecchie) in modo da farlo mangiare per più tempo possibile (consiglio inoltre di cambiarlo a metà poppata, quando inizia il suo abbiocco, in modo da farlo mangiare più a lungo con il secondo round), così facendo riuscirai più facilmente a portarlo a richieste meno costanti;

-sappi però ci saranno giorni in cui il bambino vorrà comunque stare sempre attaccato: accontentalo, sono i giorni detti di “scatto di crescita”, goditeli (già a tre anni i bambini non avranno più voglia di starti così a lungo in braccio, se non quando sono ammalati);

-ricorda che il tiralatte è spesso un’arma a doppio taglio, infatti viene sconsigliato il suo utilizzo all’inizio dell’allattamento proprio perché potrebbe sovrastimolare il seno e compromettere la montata rendendola ancora più intensa e dolorosa, ma può comunque essere utile, quando hai dolore ai capezzoli, sostituendosi quindi alla bocca del bambino per darti un po’ di pace;

-ricorda che i casi di donne che non producono latte sono estremamente rari (molto più rari di quanto sia percepito) e cioè un seno stimolato (attaccando di frequente il bambino) prima o poi inizia a lavorare;

-bevi almeno 2 litri di acqua al giorno;

-continua ad attaccare il bambino, anche di notte, a tutte le poppate (anche quando si usa latte artificiale ad integrazione) perché più il seno viene stimolato più produce: è proprio il bambino ad indicare al tuo corpo quanto latte gli serve, più lui tira più tu produci;

-vieta a tutti a casa l’utilizzo di frasi/domande come: “Il bambino per me ha fame” “Secondo me deve mangiare” “Per me non mangia abbastanza” “Ma hai il latte?” “Ha mangiato?” “Deve mangiare?” e simili;

-pensa però tu stessa (spesso) che abbia bisogno di mangiare;

-utilizza abbigliamento comodo per essere pronta ad allattare sempre e ovunque: io prediligo maglioncini/camicie/maglie/felpe larghe (che posso sollevare), con sotto canotte elasticizzate che posso abbassare (visto che, secondo me, è il modo migliore per scoprirsi il meno possibile, soprattutto in questa stagione e alla mia età);

-stai il più possibile tranquilla evitando la gente che dispensa ansia e disagio;

-evita di assumere alcol e droghe ovviamente, ma attenzione anche agli alimenti a rischio per le intossicazioni alimentari (come pesce e carne cruda) e agli allergeni (quindi non esagerare, ad esempio, con fragole o cioccolato);

-in teoria il carciofo potrebbe avere proprietà che riducono la produzione di latte e il finocchio dovrebbe invece favorirla, mentre alcuni sapori potrebbero infastidire il bambino (con Lucia ad esempio dovevo evitare i sapori forti come: cozze, tartufo, fegato… invece di mangiare urlava e piangeva fino a sfinirsi);

-ricorda che una brava mamma non si determina da come nutre suo figlio;

-non sentirti mai inadeguata o giudicata se ad un certo punto l’allattamento fallisse, può succedere specialmente se ci sono dei problemi di salute: ricorda che prima di tutto tuo figlio ha bisogno di avere una mamma serena, fai quindi tutto quello che puoi per esserlo il più spesso possibile!

Buon lavoro!!!

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