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Forse è meglio lasciare stare – seconda parte

Domenica 20 novembre ore 15.45

Praticamente non sono più io: è questo il punto! Ho riletto le ultime pagine di questo manoscritto, che è tutta la mia vita, e mi sono sentito fuori dal mio corpo, come se qualcun altro ora gestisse la mia mente, il mio modo di reagire agli eventi e abbia modificato persino il mio modo di scrivere su queste pagine. Mi sto comportando come tutti quelli che perdono la testa per qualcuno, ossia ascolto musica continuamente, musica diversa dal solito e mi metto a cercare dischi che non ascoltavo da un pezzo, come se, cambiare o spolverare la colonna sonora della mia vita, potesse servirmi a qualcosa. Sono scoppiato! Sono impazzito! Non mi riconosco e mi faccio paura.. non mi ero reso conto di quanto fossi diventato noioso e assillante contro me stesso, soltanto per un paio di occhi. Mi vergogno: se qualcuno lo sapesse mi penserebbe ridicolo, stupido, cretino.. proprio come la volta del carrello (quando mi hanno sorpreso con un carrello nel garage e nessuno dei ragazzi riusciva a credere che l’avessi rubato per far fronte ai disastri e alla fine del mondo! Mica è colpa mia se in tutti i film di devastazione, i sopravvissuti girano con un carrello, averne uno mi sembra sia piuttosto necessario, per poter essere pronto a tutto)! qtMQEw3E in più stavolta sarei persino considerato un morbido, non solo uno stupido, un morbido di quelli che si sono pure rincoglioniti. Ecco, mi sento rincoglionito! Brutalmente rincoglionito! Io a quegli occhi non ci voglio più badare, inizio a farmi pena, non ne voglio più sapere e stanotte riuscirò a dormire! La mia ragione è più forte, la mia razionalità saprà salvarmi da questo baratro in cui mi sono infilato! Io mi arrendo, mi faccio da parte e da stasera me ne vado in un altro bar! Quei ragazzi del lavoro vanno sempre alla Caffetteria Ravaldino, da stasera farò parte di loro! Io non ce la faccio più a starmene qui a sperare che succeda qualcosa e allo stesso tempo augurami che non capiti mai niente. Passo e chiudo, argomento finito, questa pazzia deve finire! Diego dice basta e quando Diego dice basta: è basta! Perché forse è giusto così, forse è meglio lasciare stare! Dovrò pure imparare qualcosa, prima o poi, in questa cazzo di vita! Domani, magari, riconsegnerò persino il carrello!

Martedì 22 novembre ore 22.47

Io questa non me l’aspettavo!

Mi spiego:

Oggi pomeriggio ero qui, tranquillo, sul divano a casa, che mi facevo i cazzi miei e ricominciavo a vivere. Non ho smesso di pensare a lei come mi ero imposto, ma ho cambiato bar e ho cercato di fare del mio meglio, per non creare disastri e disagi né alla mia storia, né a quella di Caterina.

E che fa Caterina? Non ha deciso di scrivermi? Così, in privato??! Una chat soltanto lei ed io??! Un “Ciao” anonimo che sarebbe potuto rimanere indifferente, se solo fosse uscito sul mio telefono, con il nome di una qualsiasi altra persona al mondo, ma sopra quel “ciao” c’era il nome di lei ed è stata tutta un’altra cosa. Il mio cuore ha iniziato subito a correre come un disperato, ho iniziato a tremare e ho quasi avuto le vertigini (sto seriamente pensando che questa sia follia, pazzia, sto pensando di avere un disperato bisogno di aiuto, forse di uno psicologo).

E niente.. insomma, dopo averci pensato un po’ le ho scritto: “Ciao, come va?”. E lei ha iniziato a scrivere come fosse un fiume, chiedendomi come mai non fossi al bar oggi pomeriggio, dicendomi che le ha fatto piacere conoscermi, che l’ho colpita, che le piaccio e che oggi avrebbe voluto incontrarmi.

E chi se l’aspettava una roba così?

Mia sorella, che è single da sempre, non fa che lamentarsi che la gente queste cose qui, da film, non le fa mai nella vita reale. Dice che nel mondo dei single moderno le cose facciano davvero schifo; sostiene ci siano regole non scritte incomprensibili, ossia che se ti piace uno non devi dirlo, ma anzi devi trattarlo male e schifarlo. Dice che se lei ha scritto per prima un giorno, poi non può scrivere per prima anche al contatto successivo; e che proprio non esista al mondo qualcuno che ti dica o ti scriva subito che gli piaci, perché la gente non lo può ammettere, altrimenti sarebbe catalogata come “gente disperata”.

Invece che fa Caterina? Mi scrive delle cose così.. ed io ci ho anche provato a chiudere in fretta la conversazione, ringraziandola e restando sul vago, ma lei mi ha scritto ancora e mi ha buttato lì, sulla rete, mille parole pesanti, importanti, mi ha scritto che le manco e che, anche se non mi conosceva, si è resa conto che le mancavo: le mancavo nella sua vita. Che è rimasta incantata dai miei occhi, che è affascinata dal mio modo di parlare, dal mio cervello, dal modo in cui muovo le mie mani mentre parlo.

Dai?!?!? Secondo me è uno scherzo…

Venerdì 25 novembre ore 3.15

Insomma è ormai l’alba di questo venerdì ed io ho fatto quest’ora chattando con Caterina. E Pamela se ne sta di là nel nostro letto, dorme e nemmeno se lo immagina, neanche se ne accorge, come potrebbe? Come potrebbe immaginare che io pensi ad un’altra continuamente, anche nei momenti meno opportuni? E cosa può farci Pamela? Il mio pensiero mica lo può bloccare, mica lo può recintare! Io me ne sto qui, scrivo come al solito, e nessuno può capire che sia soltanto da adesso che sto scrivendo come al solito, ma che, nelle due ore e mezza precedenti, io abbia invece scritto a lei, come un pazzo scatenato.

Siamo partiti tranquilli, chiedendoci tante cose, con un’urgenza inaspettata di sapere tutto di noi, di capirci, conoscerci. Caterina mi fa domande che mai nessuno mi aveva fatto. Mi ha chiesto di cosa avessi paura da bambino, se parlo con i miei genitori, che rapporto abbia con mia sorella.. a me queste cose non le chiede mai nessuno! E mi sento importante adesso che le ha chieste lei e mi va di risponderle, mi va di raccontarmi e di dirle tutto, ho voglia che sappia e ho voglia di lei.

Dopo un’ora di convenevoli e un paio di suoi affondi al costato (dove flirtava vistosamente), mi è venuto da chiederle dove fosse Gianmarco e di che colore fosse il suo pigiama.

E lì il mio cervello è partito sull’autostrada (era già da quel mercoledì dannato che il mio cervello s’era messo in auto e aveva iniziato a viaggiare per tutte le strade della periferia, ma dopo questa domanda sul pigiama, ho scoperto di aver oltrepassato il limite, come se fosse partito da lì, un altro viaggio).

Rosa e grigio di Hello Kitty” mi ha detto lei ed io avrei voluto mangiarla. Avrei voluto toccarla, infilarle la mia lingua dappertutto: le donne in pigiama mi sono sempre piaciute tantissimo per quel misto tra tenero e sensuale. Stavolta sono proprio andato, finito. Mi sono smarrito completamente. Le ho raccontato il sogno dell’altra notte, con l’accappatoio e l’amore. Mi ha mandato una faccina con gli occhi a cuore.SMILE CON 2 CUORI AL POSTO DEGLI OCCHIChiudendo la conversazione, dopo aver constatato che orario fosse, mi sono messo a rileggerla tutta, controllando di non essermi perso qualcosa e poi l’ho cancellata. Era la prima volta che cancellavo una conversazione, non avevo mai avuto nulla da nascondere. Forse non ce l’ho neanche adesso, forse tutti dovrebbero sapere e vedere che meraviglia mi stia succedendo. Chi lo sa? L’ho cancellata e ho sofferto, comprendendo per la prima volta tutti quei pirla che, non cancellando i messaggi, si sono fatti scoprire! Cancellarli è bruttissimo, già ora avrei voluto riguardare, rileggere, non riesco più a ricordare il vero ordine delle parole ed è insopportabile! Specialmente per me, che alle parole ci tengo, che con le parole ci vivo.

Venerdì 2 dicembre ore 2.38

Ed eccomi qui, ad un mese esatto dall’inizio di questo infame destino che mi ha portato ad essere qualcosa che non credevo possibile poter diventare. Eccomi qui, a nascondermi dietro le solite mosse meschine e ingombranti: di suonerie spente, cellulari a pancia in giù, notifiche bloccate, dismesse, password cambiate, nomi inventati salvati sulla rubrica, per coprire il vero nome di lei.

blogging-336376_1280Eccomi qui a fare sempre più tardi la notte, per riuscire a trovare un secondo per poterla salutare ancora, prima di dormire, senza farmi vedere e attendere la sua risposta, sperando che nemmeno lei si sia fatta scoprire. Siamo davvero tutti uguali quando nascondiamo una storia, quando nascondiamo un amore bastardo…

Sotterfugi, minuti rubati, passione e sofferenza mescolate insieme, sacro e profano che fanno la lotta per la voglia di lei che ho dappertutto e la fatica che faccio, al solo pensiero, della sensazione di distacco che provo, se penso alla mia vita senza Pamela. Pamela è la mia certezza da sempre, da oltre dieci anni; l’amo da quando ho memoria ed ora non son più in grado di capire, se si tratti ancora d’amore. Caterina mi ha annebbiato la mente e non sono più in grado di capire che cosa sia opportuno fare. Non l’ho mai nemmeno baciata, toccata, respirata, non l’ho mai vista godere, mangiare, stare male, ma lei è già dappertutto ed io non so più che fare. Proprio io cazzo, che sono uno di quelli che il rispetto lo mette al primo posto! Come posso non odiarmi per quello che sto facendo? Come posso dormire in pace la notte, mentre dietro le sue spalle mi comporto così? Mentre continuo a sporcare e rovinare tutto quello che abbiamo? Proprio io che odio la gente che butta la carta per strada? Io che mi vanto di non mancare di rispetto a nessuno, di essere una brava persona, che non ha mai rubato, maltrattato o turbato la vita di nessuno? Diego dai forse è meglio lasciare stare…

Ore 4.17

Probabilmente questa tentazione che provo e questo gioco sadico che ho cominciato, dovrebbero già farmi capire che nel mio cuore non ci sia più soltanto Pamela, anzi ho iniziato a credere di aver permesso a Caterina di entrare, proprio perché il tempo di Pamela si era in realtà già esaurito. Come ho potuto guardarla così, provare, sentire e scrivere cose così, se già non fossi stato distante da Pamela? E come posso essere stato distante da lei, prima ancora di Caterina, senza essermene nemmeno reso conto?

E poi finisco col chiedermi se, forse, tutta questa storia abbia tutto un altro senso, un senso più profondo.. Ma come posso riuscire a credere che ci sia? Come posso provare qualcosa di così reale per una storia del tutto platonica e infondata? Io non vedo l’ora di metterglielo in bocca a Caterina, non vedo l’ora di baciarla dappertutto, di sentirla ansimare; non vedo l’ora di leggerle tutto ciò che scrivo, di farle capire quanto la penso ed ho quasi paura di non essere in grado di farlo. Sento il bisogno di farle intendere quello che provo, come fosse davvero l’unica cosa importante di questa mia vita di adesso. Sento la voglia di vivere insieme a lei, di scoprire come sarebbe la nostra quotidianità, desidero persino un figlio con lei, vedo il mio futuro nitidamente, così come mai l’avevo visto. E lo vedo lì, al suo fianco e lo vedo qui, con lei al mio fianco.. e più penso che non si tratti soltanto di sesso e più lei mi entra nel cervello e non mi lascia respirare!

Ore 6.09

Ormai suona la sveglia ed io non ci capisco più un cazzo!

Son davvero disposto a buttare dieci anni d’amore, di gioia e compromessi, di felicità e sbagli, di dolcezza e rinunce, di viaggi e fotografie, ricordi e incertezze, pompini e sesso, complicità e litigi per una che magari non sa neanche gestirmi? Una che magari non sa neanche soddisfarmi?

Non pensavo di poter esser in grado di desiderare un’altra donna che non fosse Pamela; non credevo di poter sentire tutto questo per una donna che non fosse lei e sto iniziando a pensare che non ci sia un senso perché in certe cose il senso non esiste!

Semplicemente, per uno strano discorso di allineamento di pianeti, di luna crescente e di onde medie a modulazione di frequenza, Caterina ed io ci siamo sintonizzati sulla stessa, ed ora forse lo so che tutto questo casino, mi sta in realtà succedendo, soltanto perché in Caterina potrei aver trovato la donna della mia vita! Ed è per questo che mi è entrata dentro così, senza chiedere permesso ed io gliel’ho concesso.. e né io, né Pamela, né Gianmarco, né Caterina stessa, avremmo potuto far nulla per opporci. Pamela non ha difetti, non ha mancanze, semplicemente non è Caterina e non poteva far nulla per fermare questa alchimia. Nessuno ha colpe, nessuno ha modo di opporsi o contrastare questo sentimento innaturale ed io, prima di morire, credo che una possibilità a questa cosa gliela debba dare! O no?

Domenica ci siamo organizzati per vederci da soli, all’Hobbies a Carraie, chissà se avrò il coraggio di andare.. provo un misto di sensazioni contrastanti, paura, ansia ed eccitazione e continuo a ripetermelo: forse è meglio lasciare stare.

FINE

Forse è meglio lasciare stare – prima parte

Lunedì 7 novembre ore 23.54

Cazzo Diego dormi! Ti prego dormi.. come cazzo faccio che non dormo?

Ah.. Mi sono fottuto il cervello!

Ero al bar con gli amici, mercoledì scorso, è entrata lei e in un attimo: “Booooom”, mi ha fottuto il cervello, se l’è preso e se l’è portato via. E da allora non ho più smesso di pensarla, non riesco più a dormire, a rilassarmi, non riesco più a ragionare lucidamente. Penso solo a quegli occhi dove mi sono buttato, immergendomi dentro con tutto il corpo, e non sono più riuscito ad uscire, sono rimasto intrappolato lì, annegato… Degli occhi così io non li avevo mai visti, di un marrone ambrato ben definito, un colore così intenso, spiazzante… io non pensavo che un colore così esistesse, non lo credevo possibile.caterinaE ora sto qui a scrivere e penso a lei continuamente e mi viene male perché il mio pensare a lei non ha senso, non ha fondamento. Lei ha la sua vita ed io la mia. Lei sta con la persona giusta e adatta a lei, ed io pure. Ma questa sua presenza ormai non me la tolgo più di dosso, non riesco a levarmela dalla pelle, dalle ossa, è dappertutto.. arrogantemente, inquietantemente e meravigliosamente si è insinuata ovunque. Mi è entrata dentro passando dagli occhi, la sento come se l’avessi addosso e mi sembra normale per giunta, che se ne stia lì; normale come sono normali i miei piedi in fondo alle gambe, il mio naso in mezzo agli occhi, la mia lingua dentro la bocca. Lei se ne sta li, come fosse una seconda pelle, una parte di me!

E il suo tipo mi é persino simpatico e questo mi fa sentire in colpa il doppio. Giocavamo insieme quando eravamo ragazzini Gianmarco ed io; lui è uno di quelli forti che però, a volte, per paura di non farti divertire, ti fanno vincere! E l’esito della partita è a prescindere una loro scelta: giocano, per vincere o per perdere, in base al senso che danno a quel giorno, alla voglia che hanno di vedersi oppure no il giorno dopo, per fare la rivincita. Insomma lui per lei è adatto, uno di quelli che merita, di quelli che hanno tutta la mia stima; che fanno un lavoro di merda, ma alla fine sorridono sempre e non si abbattono mai e di tutta l’altra gente vedono soltanto il bello e si fidano perché tanto gli altri, uno così, non hanno voglia di fregarlo, piace troppo, piace a tutti! E sa parlare pure di calcio, cazzo!! Perché dovrei provare a fregarlo io!? Non potrei, non me la sento! Giamma è uno speciale, di quelli rari, mica come me, che sono soltanto uno qualunque, uno tra i tanti, nascosto in mezzo ai ragazzi del bar.

L’altra sera me ne sono dovuto andare; non volevo più vederla! Se stiamo lontani sono al sicuro e magari, col tempo, la dimentico e non mi faccio più fottere. Si dice “lontano dagli occhi, lontano dal cuore..”, ma se uno si è fatto fottere il cervello, come cazzo funziona?? Il cervello pensa, ricorda, si frantuma. Il cervello è un bastardo e non da scampo! Mica come il cuore che si dimentica, il cervello forse non dimentica mai. Dove cavolo mi sto infilando: forse è meglio lasciare stare!

Giovedì 10 novembre ore 23.21

Caterina ha uno sguardo magnetico che mi attira, che mi confonde, che è diventato una droga a cui non posso fare a meno. Mi incanta e mi viene continuamente voglia di guardarla e di mettermi perfettamente davanti a lei: dall’altra parte del tavolo, della stanza, sull’altro lato della strada e così via… Non sono sicuro di quale sia la realtà: voglio solamente restarle lontano, o semplicemente ho voglia di guardarla senza farmi vedere?al barMa guardarla senza farmi vedere non mi interessa, che senso avrebbe? Mi interessa solo incrociare il suo sguardo e restarci attaccato, come se fosse una scossa elettrica: infilo due dita nella presa di corrente e, prima di rimbalzare via, resto attaccato! È così che mi sento, attaccato a forza, una forza potente a cui posso soltanto sottostare… non ho modo di fare nulla, nessuno l’avrebbe, non riesco a opporre resistenza! “Booooom”.

Domenica 13 novembre ore 23.03

Odio la gente che si butta in mezzo e taglia la nostra linea di sguardo, voglio guardarla senza che nessuno passi per distrarla, per farci distogliere o abbassare, anche se solo per un attimo, quello sguardo che ci unisce, non vorrei mai staccarmi, non dovrei. Come se, con quello sguardo, già facessimo tutto quello che ci sia possibile fare e forse questo mi basta. E così io continuo a guardare e lei pure e si vede che ci stiamo guardando dentro; probabilmente tutto questo, solo questo, riuscirà a bastarci per sempre. Chissà che cosa prova? Chissà perché anche lei continua a guardare? Magari fa così con tutti ed io sono soltanto uno stupido e non me ne sono neanche reso conto.

Oppure, forse, anche Caterina vede qualcosa di diverso e particolare nei i miei occhi, forse vede la stessa cosa che vedo io. E tutti gli altri, lì presenti, non si accorgono di niente e mi sembra surreale: com’è possibile? Come fanno a non vederlo? È uno sguardo talmente intenso che mi sembra tracci una linea di luce densa e notevole: come possono non notarla? Come fanno? Mi sembra incredibile..

Ogni tanto avrei voglia di correre da lei, per chiederle che cosa stia vedendo, cosa stia cercando, cosa stia guardando, ma poi mi pento e lascio stare. Probabilmente perché non vorrei rispondere a questa domanda, se fosse lei a farla a me. Io non lo so cosa potrei dirle: cosa? Che dentro a quegli occhi ho trovato una parte di me che si era nascosta? Che vedo quel pezzo mancante del mio mondo, della mia vita, proprio lì dentro ai suoi occhi? Che vorrei baciare quegli occhi, le ciglia, le palpebre, l’attaccatura del naso? E a cosa servirebbe? A cosa?

Lunedì 14 novembre ore 23.27

Vorrei dormire adesso, invece di starmene qui a scrivere questi monologhi insensati che mai nessuno leggerà. Vorrei dormire adesso, invece di pensare ai suoi occhi. Eppure è adesso il mio momento preferito e non mi andrebbe di sprecarlo a dormire.

E quindi me ne sto qui a chiedermi se sia possibile innamorarsi di un paio di occhi… È una cosa possibile? Ma che cazzo ne so io, non so più un cazzo di niente… so solo che non riesco a distrarmi neanche un momento; la penso continuamente e mi accorgo che sto dedicando più tempo a pensarla, che a fare qualsiasi altra cosa nella mia vita. Avrei voglia di tutto e di niente. Non riesco a smettere di pensare, di pensarci e vorrei distrarmi, ma chiudo gli occhi e la rivedo, la ripenso e mi va tutto in loop: il cervello, il cuore, i polmoni. E poi non posso dormire e mi chiedo: ma chi cazzo sia, come cazzo faccia, cosa cazzo mi stia succedendo? E poi mi prometto che la prossima volta andrà diversamente e che quando la rivedrò smetterò di guardarla! Ma poi la rivedo e, invece di mantenere la mia promessa, la riguardo ancora e inizio a sperare che sia lei a stancarsi e smetta di ricambiare lo sguardo. Se smettesse lei e tagliasse il legame, probabilmente sarei salvo. Ma poi inizio ad avere paura, ho paura che smetta: se smettesse cosa potrebbe succedermi? Come ritroverei altrove quel pezzo di me, che si intrappolato nei suoi occhi? Come?561e67658fc825d5acbe2e68E poi, cambiando d’umore, inizio a pensare a qualcosa di intelligente da dirle, non troppo privato, non troppo formale, non troppo coinvolgente, ma neanche banale perché finché ho qualcosa da dire, non è poi così grave continuare a guardare. Quando parliamo siamo ancora meno loschi, passiamo inosservati del tutto, nessuno ci considera, nessuno se ne accorge. Ed io, mentre parliamo, inizio a farmi dei viaggi assurdi, perché mi rendo conto di non distogliere mai il mio sguardo dai suoi occhi e di non averle guardato nemmeno per un attimo la bocca. Non mi distraggo, non ho guardato nemmeno il suo corpo: ok dai un po’ sì, ma non come ho guardato tutte le altre donne in vita mia. Non ricordo nemmeno di averle guardato le tette. Boh… Sto impazzendo!

Martedì 15 novembre ore 22.59

Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare! Forse è meglio lasciare stare!

Giovedì 17 novembre ore 3.56

L’ho sognata, grazie al cielo l’ho sognata..

Mi sono alzato per scriverlo ‘sto sogno, ho paura di dimenticarlo, di non riuscire a mantenere questo ricordo in testa, ho paura di perderlo, così come normalmente si perdono troppo in fretta i sogni. E invece io voglio tenerlo da conto per bene, vivo e forte nella testa; vorrei addirittura convincere il mio cervello che sia successo davvero! Questo dannato cervello che non fa distinzione tra una cosa realmente accaduta e una pensata intensamente. Voglio ingannarlo io, voglio convincerlo che sia realmente successo, magari così ne avrà abbastanza di lei e mi lascerà in pace; magari così si sazierà e mi farà ricominciare a vivere la mia vita, che ora a pensarci era davvero vuota senza il pensiero di lei… non ricordo nemmeno più cosa facessi prima, come e con cosa riempissi la mia testa…

Eravamo in un albergo, lei ed io, ognuno nella propria stanza. Poi io andavo da lei e la trovavo nel suo accappatoio bianco, con un asciugamano ugualmente bianco sulla testa. L’albergo era moderno, colori chiari, rifinito nei dettagli: lampadari in vetro, quadri grandi alle pareti, una sedia a dondolo rossa e stilizzata con i braccioli in legno, un letto grande e bianco, lenzuola ben stirate, senza pieghe, luci accese, leggermente soffuse accanto al letto. Lei mi faceva entrare ed io mi avvicinavo, l’abbracciavo da dietro guardandola riflessa su uno specchio verticale lungo, dove potevamo guardarci liberamente, senza pericolo, senza intoppi, né distrazioni. Potevo guardarla tutta, dalla testa ai piedi, per la prima volta in vita mia. Sul lato sinistro dello specchio un mobile, direi una cassettiera in rovere chiaro con le maniglie in metallo, dove lei si è appoggiata con le braccia, restando per un attimo di schiena. Ho iniziato a baciarla sul collo, facendole cadere prima l’asciugamano poi l’accappatoio, continuando a baciarla tra i capelli bagnati, senza mai chiudere gli occhi che, per la prima volta, sotto quella luce non troppo forte ma invasiva, riuscivano a vedere anche il resto del suo corpo. Una pelle liscia, morbida, vellutata, ho ancora la sensazione del contatto sulle labbra, il sapore di lei sulla lingua. L’ho fatta girare, delicatamente e prepotentemente insieme, e mi sono rituffato nei suoi occhi, gli stessi di sempre, poi ho continuato a guardarla, altrove, ovunque, e anche lei faceva lo stesso con me. Normalmente mi intimidiscono queste cose, sono uno che arrossisce e preferisce la penombra, ma con lei volevo guardare, volevo vedere tutto, ogni cosa. Non potevo perdermi neanche un dettaglio. Poi ho ricominciato a baciarla proprio dagli occhi, il naso, la bocca, con le labbra, con la lingua. Poi ho iniziato a scendere tornando sul collo, le orecchie, poi le spalle, il suo seno perfetto, la pancia, i fianchi e mi sono inginocchiato lì, tra le sue gambe, e lei ha cominciato a gemere, era già pronta. L’ho presa lì, appoggiata su quella cassettiera, svestendomi lentamente, con le mani di lei che mi slacciavano abilmente la camicia bianca, sollevandola leggermente da terra, gambe ai miei fianchi, divaricate a sufficienza. Il sogno è finito così, senza una fine, soltanto con questo inizio. Un inizio bellissimo che ora che ho finito di scriverlo, mi ha fatto venire ancora più voglia! Cervello bastardo!!foto

FINE PRIMA PARTE

Forse un giorno

Se me lo avessi chiesto prima credo che almeno avrei potuto avvisarti.

Ti avrei messa sull’attenti, ti avrei detto tutti i contro che non noti al principio, mentre ti trovi lì abbagliata dai pro…

Avrei potuto prepararti: al futuro, all’incertezza, alla situazione di instabilità costante in cui, malauguratamente, a prescindere da tutto, volente o nolente, finirai o sei già finita…

Avrei potuto abbracciarti, dicendoti di essere forte, poi avrei potuto spronarti a non considerare tutte le parole pesanti che sentirai; avrei potuto aiutarti, istruirti e insegnarti fin da subito a selezionarle, spiegarti di quali sarà opportuno tenere conto e di quali invece sarebbe meglio di no.

Forse avrei dovuto proteggerti, anche senza una tua richiesta, coccolandoti, stringendoti e, se necessario, avrei anche dovuto picchiarti, come faceva sempre tuo padre, per farti rinsavire, per farti capire che nulla andrà bene, nulla sarà come da principio può esserti sembrato.

Avrei potuto insegnarti i trucchi, le strategie, le vie di fuga, tutte le tecniche di sopportazione, avrei potuto spaventarti, inquietarti riempirti di storie e racconti tanto da farti capire, preoccupare, impazzire, scappare e forse ora saresti libera e non lì intrappolata in quella gabbia d’oro, senz’altro bellissima e ben arredata, con quella cucina nuova e le finestre grandi, con il giardino, la piscina, i mobili antichi… e il freddo, un freddo malsano che arriva alle ossa e le fa crepare dentro…

Cara, avrei potuto fare questo o anche altro, bastava chiedessi ed io ti avrei dato: risposte, pensieri, sentimenti, dettagli, convinzioni… ma non mi hai chiesto nulla.

Tu ti ci sei buttata a capofitto allora, senza nemmeno ascoltare i miei perché, senza neanche un po’ di curiosità, di voglia di sapere… una voglia di sapere che poi presto è arrivata: vero? Io l’ho sentita arrivare… mi sono accorta velocemente del modo assiduo che hai adottato di vedere ora, anche se tardi, tutti i dettagli delle mie storie… la tua presenza è diventata costante nella mia vita, le tue labbra rosse hanno sporcato persino tutte le mie pagine e ora ho i tuoi occhi addosso a me sempre, in modo incessante, “meglio tardi che mai” qualcuno dice, ma la verità è che quando è tardi è tardi!

Ed ora è davvero tardi…

Sono sincera, l’ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato, l’ho sempre saputo perché dall’alto dei miei anni ho conosciuto tante donne e soltanto una, fra loro, non è curiosa e non sopporta le sorprese e sono io…

A te invece le sorprese piacciono, le sfide pure, e poi sei curiosa, tanto, e non sai nemmeno come hai fatto ad arrivare a adesso senza aver chiesto, senza neanche aver pensato di chiedere, a me proprio me, che oggi invece avresti tanta voglia di ascoltare.

Poverina…

Ti aspetti che ti dica qualcosa ora, tra le righe di questa storia, sulla mia pagina? Vorresti trovare tutte le risposte qui, in questo giorno che è in ritardo e che non ha nemmeno più senso che esista? Mi stai davvero leggendo sperando di trovare tutto quello che avresti bisogno di sapere? Sai io cosa posso dirti? Magari sì, ma non oggi, forse un giorno…

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