Non sono una mamma come le altre… non ho le stesse paure e le stesse preoccupazioni delle altre: sono diversa, egoista probabilmente, inadeguata probabilmente…
Non riesco a pensare a te, a preoccuparmi di come faremo: in qualche modo faremo…
Riesco a pensare soltanto al ritorno di “lei”, ogni giorno, ogni momento, colei che non sento da un po’, che da un po’ mi ha abbandonata, lasciandomi qui ad assaporare questo sapore intenso di vita sana, una vita senza il sapore di “lei”… “Vorrei rimanere incinta per tutto il resto della mia vita…” ho detto qualche volta ad orecchie che non possono capire, e certe bocche mi hanno risposto ammonendomi, difendendoti, come se il mostro fossi io, che aspetterei ancora ad incontrarti per tardare il nuovo incontro con “lei”, e non “lei”, come se lo sbaglio fossi io e non “lei”…
È che la vita senza di lei è così bella, così normale, mi sento come una persona qualsiasi, e questa normalità mi fa sentire speciale, fortunata, forte, coraggiosa… ma poi il coraggio finisce quando penso al suo ritorno, perché lo so che tornerà e si prenderà tutto: le mani, le gambe, le spalle, la schiena… mi divorerà, si mangerà tutto e di me per te non resterà nulla…
Qualcuno mi ha detto che magari si potrebbe essere dimenticata di me, che magari per qualche anno mi lascerà in pace, forse non ricorda il mio nome, né il mio nuovo indirizzo, forse in questi mesi avrà trovato altro da fare e non avrà più tempo per me e mi lascerà vivere… Ma io la sento avvicinarsi: i giorni passano, il 20 dicembre sta arrivando, tu con lui, lei con te…
Sarà inquietante ritrovarsi, rivedersi, penso a quanto forte mi stringerà, abbracciandomi con lo scopo di spezzarmi e farmi soffrire, non lo so se saprò affrontarlo, se ne sarò pronta, non credo di poter essere pronta mai. Se solo potessi scegliere, se solo potessi decidere di abbandonarla a mia volta, non vederla mai più…
Ogni tanto lo spero, di quella speranza vana ultima a morire, che lascia il tempo che trova e l’amaro in bocca. Ogni tanto spero che sia gentile, di esserle mancata e che rivedendomi, ritrovandomi si presenterà docile e mansueta, cordiale e rispettosa… ma sono solo pensieri futili perché nel mio profondo la immagino sempre e soltanto aggressiva, rabbiosa, con quella sua foga insaziabile che conosco e che mi aspetto, quella lussuria che le maturerà dentro in un momento e non mi lascerà scampo, violando ogni regola, senza badare a gentilezze e galateo.
Il 20 dicembre si avvicina, ed io non posso far altro che prometterti che farò del mio meglio per non lasciarla entrare, per lasciarla fuori dalla nostra porta e dalla nostra vita. E ti prometto anche che se riuscisse ad arrivare comunque a me cercherò di non esserne sopraffatta, cercherò di accoglierla senza lottare, muovendomi lenta, cercando soltanto di difendermi e di difendere così anche te.