Ma tu parlavi troppo con il mare, non sapevi niente del mondo

Qualche giorno fa, presa dalla smania di sistemare le mie librerie in maniera più razionale, mi è capitato fra le mani Una barca nel bosco, di Paola Mastracola. Segno sempre in fondo ai miei libri la data in cui li ho terminati e questo l’ho letto davvero una vita fa, eppure è uno di quei romanzi che ricordo quasi alla perfezione per le emozioni che è stato capace di sedimentare in me.

La storia è quella di Gaspare, un talento spaventato, che approda in una grigia Torino partendo da una luminosa e sperduta isola del Sud. Gaspare è un ragazzo che deve volare alto, fare il liceo e dimenticare il mondo senza tempo di quando era bambino. Ma il cambiamento non è affatto semplice e così lo incontriamo all’ingresso del liceo dove trova solo insegnanti e non i grandi maestri che aveva immaginato. Lo troviamo poi vicino ai nuovi compagni, sempre con le scarpe sbagliate e la felpa senza cappuccio. Gaspare scopre che quello che deve imparare per difendersi dagli altri è il linguaggio del branco e soprattutto quello della mediocrità.

Vedrai che ti sarà difficile non provare empatia per Gaspare, che si sente sempre fuori tempo e fuori posto, proprio come una barca nel bosco, fino alla svolta, che nella sua vita è rappresentata da un pioppo. Non vado oltre per non rubarti la sorpresa di scoprire in quale modo avverrà il suo riscatto.

“La vita ti porta sul vassoio il pasticcino che vuole lei”

Una barca nel bosco / Paola Mastrocola / Edito Guanda / 257 pagine

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