Lettera 43 Un momento di gioia fra tutta questa gioia

Domenica 15 gennaio 2023

Ciao Rita,

oggi Violante compie un mese… e questi primi giorni mi sono sembrati velocissimi e interminabili…

Tu ed io ci siamo già sentite per messaggi, nei frammenti di tempo, ma oggi finalmente ho trovato la voglia di accendere il computer e dedicarmi a te totalmente scrivendoti questa lettera. Come ti ho anticipato, dal 25 novembre, abbiamo vissuto un esasperante incubo, che è iniziato con una terribile influenza che ha distrutto l’ultimo periodo della mia perfetta gravidanza. Una tosse massacrante mi ha letteralmente tagliata in due, Violante è andata in sofferenza e la mia preoccupazione è schizzata su fino alle stelle! Probabilmente qualcosa o qualcuno ci teneva a farmi notare che, oltre all’artrite, potevano esserci milioni di imprevisti e disagi che potevano intervenire e distruggere la mia pace: l’ho capito molto bene!

E così, dopo l’influenza mi sono distrutta una costola e dopo il parto, che è stato alla fine il male minore, sono iniziate le corse al pronto soccorso con quel piccolo fagottino appena nato che ha ben pensato di prendersi una bella bronchite. E così abbiamo arrancato fino ad oggi, e oggi, finalmente, ho tirato un sospiro e mi sono scoperta felice. Felice per davvero assieme alle mie bambine, nella nostra famiglia che si stringe in un abbraccio perfetto, completo, meraviglioso fra le mani grandi di Andrea!

Sto pensando a mia nonna, a tutte le volte che l’ho sentita dire “Non canta: vuol dire che non è felice più”, lo capiva così il mio stato d’animo, dal sentirmi cantare o meno: oggi canterei! Devo cantare! Voglio cantare spessissimo!

Le bambine sono abbastanza brave, probabilmente me l’aspettavo peggio, non credere, anche io, ovviamente, sto vivendo momenti davvero intensi, di fatiche assurde, voglia di dormire e un forte desiderio di “noia”, ma ci sta, questa bicicletta la volevo e sono anche piuttosto anziana, di energia ne serve senz’altro di più, ma il tempo per me ce l’ho: penso tanto, desidero tanto, progetto continuamente e poi leggo e scrivo mille parole che a volte sembrano a caso, ma non lo sono… e me ne sto qui con la mia fame di vita che somiglia tanto alla tua di adesso, che è poi uguale alla tua di allora!

Le tue parole sul godersi il presente mi hanno fatto venire in mente un mio collega che sosteneva di vivere per il weekend e per le ferie. Quando lo sentivo dire queste parole mi ribellavo, gli dicevo di no, ed oggi penso che sia stato grazie a lui che io invece ho iniziato a vivere per ogni giorno, smettendo di aspettare il weekend, cercando di organizzare cose anche tra settimana, imponendomi come giorno preferito il “martedì”, un giorno che normalmente non sapeva di niente! Non posso dire di non pensare al passato e di non preoccuparmi per il futuro, ma penso anche all’adesso, lo vivo spesso, anche se pure io dimentico i nomi dei posti, probabilmente perché sono più concentrata a riempirmi gli occhi con ciò che vedo…

Sai credo che la tua immagine di “gioia”, seduta al bar con la colazione e il libro, sia da considerare un’immagine di gioia quasi per tutti! Ricordo che, quando andavo a lavoro in vespa, passavo davanti ad un bar sempre pieno di gente e che desideravo fortemente essere lì pure io, col mio caffè e la mia integrale al miele, ma che poi quando sono stata a casa per la mia maternità precedente, in mezzo a loro non sono andata mai! Penso che inizierò a farlo, da oggi me lo impongo, ogni volta che posso! Un altro momento di gioia, solo per me, fra tutta questa gioia!

Ti aspetto! Ti abbraccio!

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