Lettera 35 smettere di pensare

Sabato 18 dicembre 2021

Ciao Rita,

scusa l’attesa, ma come ti ho anticipato quando ci siamo viste lunedì scorso, non è che non abbia più voglia di scrivere o scriverti, è proprio che non ho più voglia di stare davanti al pc… Sarà che ci sto già per lavoro, per tutte le mie trentasette ore settimanali, senza interruzioni, che quando spengo il computer dell’ufficio, poi pensare di accendere il mio personale mi fa venire male e allora lascio perdere… lo faccio oggi che è sabato, con gli occhi meno stanchi; lo faccio oggi che riesco con un po’ più di leggerezza, anche se di leggero, nuovamente, non c’è quasi più nulla!

Si parla di un’altra ondata pesante che arriverà a breve, probabilmente a gennaio, qualcuno è ancora in attesa della terza dose e si sta dando una mossa per farla un po’ prima della data che gli è stata assegnata, ci preoccupiamo nuovamente di non poterci vedere, qualcuno sostiene che non ci chiuderanno più, ma intanto entriamo nel panico pensando di stare ancora lontani, divisi per province, bloccati da orari da coprifuoco e autocertificazioni sensate: siamo stanchi, tutti stanchi sfiniti, ma la paura non ci molla, forse è lei che ci sta tenendo vivi…

Ho prenotato un volo così, senza neanche avere messo giù il piano delle ferie del 2022! L’ho prenotato dopo la tua lettera, perché di viaggi mentali, son sincera, me ne sono fatti troppi, direi abbastanza, e così ho deciso di aver bisogno di viaggi veri, per distrarre la mente guardando da un oblo, per smettere di pensare e per riempire finalmente la rubrica ad essi dedicata su Rimmel Ribelle di foto sensazionali e storie straordinarie… chissà se quando sarà ora di partire si potrà farlo, chissà se riusciremo a farlo… non so come mai ma sono pienamente convinta che succederanno milioni di imprevisti che non ci permetteranno di decollare…

Intanto me ne sto qui sperando di godermi le feste, il Natale e di poter finalmente festeggiare i miei quarant’anni che a gennaio riorganizzerò ancora e al massimo rimanderò di nuovo… Per l’ultimo dell’anno pensavamo di trovarci, con il solito gruppo di amici, magari dopo un tampone collettivo, per poter affrontare la serata più tranquillamente possibile… ma ci pensi a cosa si debba fare per poter stare assieme? A me sembra un film…

Andrea ed io abbiamo iniziato a guardare The Walking Dead: ci siamo buttati a capofitto visto che i telefilm sono l’unica cosa al mondo che riesca davvero a distrarmi (quando sono pensierosa non riesco nemmeno a leggere, mi ritrovo a ritornare con gli occhi a capo della pagina cento volte, posso farlo soltanto sul tapis roulant). E insomma ci siamo immedesimati tra questi morti viventi che ondeggiano ovunque e si sono appropriati del mondo, mi fa un gran strano guardare questo telefilm adesso, più di dieci anni dopo la sua uscita, ne avevo sentito tanto parlare ma non ne avevo mai avuto modo.

Andrea ed io ci facciamo un sacco di domande che poi non posso chiedere a nessuno, perché nessuno se ne ricorda più, tipo: ma come possono dei morti tremolanti che si muovono ai due km all’ora ad essere diventati così potenti? Dov’è finito l’esercito e come mai non fa nulla per aiutare i superstiti? Visto che comunque abbiamo capito da subito come eliminarli? E ancora: ma dove è finito il corpo della donna incinta dopo il cesareo nella terza stagione? Sai, credo che la visione che abbiamo noi adesso, dopo la pandemia, sia addirittura più inquietante di quella che è stata per coloro che lo hanno visto prima… mi sta un po’ cambiando mentalità questo mondo alternativo, questa voglia di vivere e di combattere per farlo, mi fa sentire meglio, e alla fine più della malattia e dei morti in se fanno paura i vivi e gli assurdi comportamenti che hanno e questa cosa mi sembra così affine alla realtà da far venire i brividi…

Ti voglio bene. Un forte abbraccio.

Fra.

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