Lettera 25 Stavolta cazzo lo vorrei

Lunedì 9 novembre 2020

Ciao Rita, che bello averti!

Tu mi vedi bene, mi dici che sono il tuo trasformatore, anche quando arrivo con le nuvole, preoccupata e impaurita di tutto: probabilmente soltanto tu al mondo mi vedi così! Lo sai?

Come va? Come stai? Come ti trovi in questi panni da nonna?

Sì, il nostro evento è stato uno spettacolo, anche se organizzarlo non è stato affatto facile ed io sono stata in ansia per tutto il tempo per ogni cosa: e verrà gente? Ti chiedevo. Ci sarà un bel pubblico ad ascoltarci? Il Covid li/ci fermerà? E sarà bel tempo? E raccoglieremo abbastanza soldi per i tuoi bambini? Per fortuna c’eri tu a rispondere positiva ad ogni mio segno di negatività! Per fortuna il Covid non era ancora riesploso e ci ha permesso di fare il nostro gesto d’amore, in questo mondo che d’amore sembra non averne più…

La serata è stata stupenda, con quel tramonto meraviglioso alle spalle del Cala Foma, la gente è venuta ed è stata generosa e brillante, l’amore si sentiva, anche senza i baci e gli abbracci, anche con le mascherine addosso, anche senza le dediche sui libri e tutte le distanze prese con il metro. I tavoli erano pieni e le persone facevano un muro di affetto davanti ai nostri occhi mentre parlavamo. Le nostre amiche son state superlative, chi ha letto aveva proprio il tono che avevamo noi nello scrivere; e ho visto qualcuno piangere mentre si ricordavano i primi giorni della pandemia, i primi giorni di questo nuovo mondo assurdo, dentro le prime pagine del nostro Splendere comunque.

Sono andati via oltre 100 libri in una sera e tanti altri nei giorni a seguire… molti me li hanno prenotati per i regali di Natale… e tu hai deciso di lasciarne uno sul treno in direzione Bologna. Un regalo per un estraneo che chissà se avrà il coraggio di prendere in mano il nostro libro trovandolo lì abbandonato in questi giorni di ricaduta, mentre il mondo sta tornando a fermarsi e ci viene dato un ordine di coprifuoco per le ore 22. “Se fosse una persona tipo me lo raccoglierebbe” mi hai detto, non ho risposto ma tanto lo sai che se invece fosse come me, ovviamente, non lo farebbe…

E insomma ci hanno suddivisi in zone gialle, arancioni e rosse… i centri commerciali stanno chiusi nel weekend, le scuole superiori si fanno a distanza, tramite i pc, e perdono così un po’ il loro entusiasmo e il divertimento, anche se miglioriamo in traffico e confusione… chiuse le palestre e la piscina nuovamente, e il mio organismo ne risente, ma via con qualche kg in più sembro pure più giovane… troviamo il buono raschiando il fondo del barile, ma almeno continuiamo a provarci…

La paura se ne sta sempre qui accanto a noi, che proviamo a vivere in qualche modo, anticipando gli aperitivi alle 16 e prenotando un tavolo per poter fare colazione. Ci vediamo a gruppi di 4, tenendo su le mascherine per quasi tutto il tempo, scostandole soltanto per sorseggiare un caffè, e usiamo gli spazi all’aperto come mai avevamo fatto prima durante questi mesi di umidità a palla e temperature fastidiose… Ho tagliato i capelli e fatto la frangia… non potevo più resistere e così ho scoperto che, ad un certo punto, dopo il parto, i capelli devi tagliarli per forza visto che non trovano più un senso e non puoi opporti!

Il lavoro sta andando bene, ho tante cose da fare e imparare, sono in contatto telefonico costante coi colleghi, videochiamate anche con loro; ho preso il ritmo e in alcuni momenti mi sembra di essere lì in ufficio, invece che qui a casa, mi sto adattando a questo modo di vivere, in attesa che tutto torni normale… chissà se, chissà quando…

A gennaio farò 40 anni, chi se lo aspettava che avrei dovuto non festeggiarli, io che festeggiare i compleanni non volevo mai, questa volta cazzo lo vorrei…

Ti voglio bene ti aspetto…

Un bacio Fra……

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