Lettera 11 la vita

Giovedì 16 aprile 2020

Ciao Rita, buongiorno!

La tua lettera, oltre che tenerezza, mi ha trasmesso molta serenità e ti ringrazio per aver condiviso con me quel bel momento e le emozioni ad esso collegate.

Sono felice tu abbia lanciato l’idea del “il buono in ogni giorno” e soprattutto che tu abbia accettato di scriverci a questo modo per affrontare il periodo bastardo in cui ci troviamo incredibilmente a vivere, quindi sono io a ringraziare te per esser qui con me ed aver trovato tempo da dedicarmi/dedicarci per rendere più facile questa agonia che spero tanto sia in procinto di finire, anzi un po’ voglio convincermene dai: tu che ne dici? Fra poco torneremo liberi?

Oggi io sono carica: una mia Amica mi ha appena scritto che le si sono rotte le acque e che la stanno ricoverando in ospedale. Fino a ieri, pensando a lei, mi saliva dentro la gola un grande magone… questa distanza ovviamente non mi ha permesso di vedere il suo pancione crescere, mi ha impedito di starle accanto e di passare con lei tutto il tempo che ci eravamo promesse di dedicarci, prima dell’arrivo del suo bambino… oggi non riesco più a pensare a quello che abbiamo perso e non faccio che pensare a quanto sarà bello vederla con il fagottino in braccio, quando finalmente incontrarsi si potrà! E così probabilmente domani, un venerdì 17 di un anno bisestile durante una pandemia, nascerà un bambino: non è una cosa bellissima?!?!? Sto provando una gioia immensa, un’emozione incredibile e una voglia pazza di urlare, cantare, fare festa… ho una gran voglia di festeggiare e sto già segnando anche questo tra tutti gli eventi che avrei già voluto festeggiare degnamente, non vedo l’ora di iniziare ad organizzare!

La mia amica ostetrica mi ha scritto qualche giorno fa che a lavoro è dura ma che l’umore cercano di tenerlo alto perché i bambini ora, più che mai, devono nascere! La morte corre svelta in questi giorni, ma nemmeno la vita si è fermata e il solo pensiero mi fa sentire bene, di quel bene che se mi rilasso un attimo mi fa piangere.

Ogni tanto chiamo qualche ottimista per farmi tirare su lo spirito e qualche volta funziona… io ti dico la verità sono più una che in testa si vede tra dieci anni raccontare a Lucia “Ma lo sai che una volta la gente si poteva abbracciare? E che ci si stringeva la mano per presentarsi?” Vabbè… su Cosmopolitan anni fa avevo letto un articolo in cui veniva spiegato che “se al mondo si smettesse di stringere le mani ci sarebbero seicentomila morti in meno all’anno”, forse, semplicemente, stringere le mani bisognerebbe smettere di farlo a prescindere! Tra l’altro io detesto le strette di mano che son sempre più potenti perché tutti devono dimostrare chissà che stringendo…

Sai in questa settimana ho ricominciato ad utilizzare le mollette per stendere i panni, non l’avevo più fatto, ma in campagna vola via tutto, anche i pensieri se non li si scrive subito… i panni spesso sono pieni di insetti, gli stessi insetti che avevo pure a casa mia, che era vicina al parco: mi sono appena ricordata come mai avessi smesso di stenderli fuori!

Sai ho notato che Andrea ogni volta che sbaglia mi dice “Imparerò” ha trovato il modo giusto per zittirmi e farmi capire che è più furbo di me… Ho capito che in questo periodo la cosa più sacra è la “leggerezza” dovrei imparare ad alleggerire i miei ragionamenti che son sempre troppo pesanti da sollevare… La canzone che Levante ha portato a Sanremo è bellissima, avrebbe dovuto vincere il festival: è meglio soli che accompagnati da anime senza sogni!

Sai mi sono accorta che, anche se i giorni passano lenti, i mesi volano e i weekend hanno ancora il sapore di weekend. Tra due settimane torno a lavoro, chissà come sarà, chissà che effetto farà… chissà come farò ad arrivare lì e non abbracciare nessuno…

Aspetto tue nuove un bacio.

Fra

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