Leggimi, regalami

Oggi ho deciso di condividere con voi due lettere tra le settantadue che compongono il mio libro “Le lettere che non hai letto…” e per la precisione sono la prima e la ventunesima. Le ho scelte per voi accuratamente per incuriosirvi e stimolarvi. Buona lettura e buon divertimento!

 

Mercoledì 23 maggio 2007

Ciao Vale, sono la Fede..

Prima di iniziare questa lettera ho passato ore, giorni, mesi a pensare se fosse il mio turno, oppure se, a scrivere, toccasse a te; alla fine ho deciso che non aveva poi così importanza e ho preso carta e penna.

E’ molto che non ci sentiamo, non so più nulla e non ricordo dove fossimo rimaste, so solo che in questo ultimo periodo sono successe tante, troppe cose e non posso che partire da un punto qualsiasi che ho scelto così, a caso, e far venire giù a fiume tutte le parole che devo dirti.

L’altra mattina mi sono alzata al suono della sveglia, come ogni giorno, e mi sono sorpresa infelice; così come quando ti svegli, ti guardi allo specchio e lo vedi lì, al centro della fronte, un foruncolo gigante. Già studi come fare per nasconderlo, e ancora non sei nemmeno completamente sveglia, mezza intontita dalla notte appena finita. Sono rimasta in bagno e ho iniziato a piangere; eppure era proprio questa la vita che volevo: la mia casa,il mio lavoro e il mio Mattia accanto ed ora cosa c’era che non andava? Che non mi bastava? Ho iniziato a tirare le somme, a scavare dietro ad ogni giorno del mio passato, senza accettare davvero il pensiero che già avevo in testa.

Domenica scorsa siamo usciti per andare al mare, siamo saliti sulla vespa e, abbracciata ai suoi fianchi, a pochi centimetri dal suo cuore, non mi ero mai sentita tanto distante, mai così sola.

Stavo pensando che dovrei lasciarlo.

Ormai è tanto tempo che ci trasciniamo in questa relazione boccheggiando e, da una parte ci sono io che in ogni momento mi chiedo se la vita sia davvero solo questo, dall’altra c’è lui che non fa che ripetermi che stiamo solo attraversando un brutto momento e che passerà, ma nel frattempo non fa assolutamente nulla per migliorare la situazione; probabilmente salvare l’insalvabile è impossibile.

C’è qualcosa che non va e mia madre se n’è accorta.

Mentre io non faccio che nascondermi dietro al mio lavoro, dando a questo la colpa del mio malsano spirito, lei non ci crede e lui finge di crederci distaccato e disinteressato con il naso sempre nascosto tra le pagine di un libro.

Da alcuni mesi non facciamo nemmeno più l’amore, da alcuni giorni non riesco più a stargli accanto. Mi da fastidio ogni cosa di lui, ogni suo atteggiamento, ogni sua parola. Mi da fastidio la sua faccia, il suo sguardo. Lo vedo muoversi per casa e non faccio che chiedermi dove diavolo se ne stia andando, si muove verso direzioni assurde che portano ovunque tranne che a me.

L’ho appena chiamato. Lo scriverti, probabilmente, mi ha stimolata a parlargli ancora. Vale non riesco a dirgli “basta”, non faccio altro che prendere tempo. Mi sento così egoista. Gli ho detto che non vedo l’ora che esca dal lavoro e torni a casa.

Ps scrivi appena puoi..

Le lettere che non hai letto...

Le lettere che non hai letto… / Francesca Francisconi / Romanzo / 191 pagine

Venerdì 14 dicembre 2007

Ciao Vale, sono la Fede.

Mi sento davvero in forma, bellissima!! Buon giorno principessa!!

I clienti, anche quelli che della mia vita privata non sanno nulla, mi chiedono continuamente cos’abbia fatto, cosa mi sia successo, che mai mi avevano vista così in forma, con uno sguardo sereno e con una luce grande tutta attorno: faccio luce!! Una signora mi ha chiesto se sono incinta, son troppo bella per non esserlo, così mi ha spiegato!! Mio babbo domenica sera, durante la cena, mi ha guardata e sorridendo mi ha detto “ben tornata” e mi ha chiesto dov’è che fossi stata, per tutto questo tempo. Mio fratello mi ha confidato che pensava non fossi sua sorella, non poteva credere che fossi così “scarica”; noi l’adrenalina l’abbiamo nel sangue ed io, secondo lui, ero seduta in panchina, avevo smesso di giocare, ma ora sì che mi riconosce!!! Mia mamma ha paura, non sopporta la mia decisione di voler vivere da sola, di non voler ritornare a casa con loro, non riesce a capire che, una volta che si è provata questa esperienza, è impossibile tornare indietro. Effettivamente anni fa non avrei mai pensato che ne sarei stata capace, credevo di averne paura e forse un po’ ne ho ma sicuramente mi spaventa di più l’idea di vivere nuovamente con i miei, ricominciare a rendere conto a loro, avvisarli per ogni mio minuto di ritardo e ogni cambio di programma! È così bello poter rientrare alle tre del lunedì notte, senza trovare qualcuno alzato e rimanere davanti alla tele fino all’una senza che nessuno mi dica: “Federica, non è ora di andare a dormire?”. Decido io, tutto io, percorro la mia strada e mi sento benissimo!!

Mi sono data 3 regole: 1 fregarsene delle piccole cose, 2 zero paranoie, 3 mai arrabbiarsi.

Non credevo, ma rispettarle è piuttosto difficile.

Per la prima ci sto prendendo la mano, ho iniziato a dire “ops” ogni volta che me ne capita una. Quando si è rovesciato lo zucchero sul pavimento della cucina: “ops”. E anche quando, dopo aver aspirato e sistemato tutto, cambiando il sacchetto del bidone, l’ho rovesciato ancora: “ops”! Quando ho spostato lo stendi panni dalla camera al terrazzo questo si è chiuso buttando a terra tutti i panni appena stesi: “ops”. L’altro giorno, arrivata davanti al supermercato, con il carrello, ho trovato un’ insegna con scritto “chiuso per sciopero”, mi sono girata e con la mia faccia da schiaffi ho detto: “ops”. Le signore dietro di me nervose e indisposte mi avrebbero uccisa.

Le altre due invece sono molto più impegnative, forse la seconda più della terza.

Arrabbiarsi al giorno d’oggi è estremamente facile e liberatorio, si perde la pazienza, si urla e si va a letto nervosi e tristi. Per evitare tutto questo ho pensato di prenderla sul ridere; davanti ai clienti agitati e nervosi, che vengono armati di lettere e documenti, sorrido e mantengo la calma. Ok, è stata dura la prima volta, ma andrà meglio, sono una che si “accende” facilmente; mia nonna, quando ero bambina, mi chiamava “l’arrabbiata”, teneva una bambola brutta e triste sul suo comò e ogni volta che “scleravo” mi prendeva per mano e mi portava lì, davanti a lei, e mi diceva che sarei diventata così, se non avessi smesso di prendermela per tutto. Ora ci sto provando sul serio e mi piacerebbe che fosse ancora qui oggi, la mia nonnina, per farle vedere che sto smettendo di arrabbiarmi.

Zero paranoie.. questa è la peggiore, io sono una paranoica di natura e seguire questa regola è impossibile, mi faccio paranoie per tutto, rimugino sopra ogni cosa per ore, perfino quando sbaglio una schiacciata o una battuta mi rimane il magone per un sacco di tempo! La soluzione per rispettare questa regola ancora non l’ho trovata, appena la trovo ti faccio sapere.. per ora fingo di non farmene e continuo a ripetermi “zero paranoie, zero paranoie, zero paranoie” sperando che prima o poi mi entri in testa.

Ps rispondi quando vuoi.

Se vuoi continuare a leggere, acquistalo qui.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Comment *






*