La Maestra

Sto provando a ricordare com’era. Devo capire se le immagini che a volte si completano nella mia mente siano solo il frutto di sensazioni che diventano ricordi costruiti grazie al racconto di altri, o se io davvero ricordi. Difficile esserne certi e non ho nessuno che possa garantire l’autenticità dei miei pensieri. La mamma era la memoria storica, con lei i ricordi erano al sicuro. Ma questo prima che la sua mente se ne andasse altrove, là dove io non riesco a raggiungerla.

Devo quindi affidarmi alla mia mente e ancora di più al mio cuore.

Era un Natale qualunque e io so con certezza che in questo Natale qualunque che affiora alla mia memoria, io ero piccola. Lo so perché piccoli erano pure i miei pensieri e i miei desideri. So anche di non essere stata una bambina “qualunque”.

A rendermi speciale era innanzitutto la mia povertà. Ma avevo un bel faccino con due fossette simpatiche capaci di intenerire il mondo e per finire, che poi mi pare la migliore qualità, ero pure incredibilmente buona.

Però era Natale ed io già sapevo che non ci sarebbero stati regali per me. Loro credevano che io non potessi capire ancora, ma li sentivo il babbo e la mamma che discutevano sempre e solo per i soldi che non bastavano mai. Io avrei voluto non doverli ascoltare ma era impossibile perché la nostra casa era davvero minuscola e priva di luoghi in cui io potessi scappare per rifugiarmi lontano dalle loro parole.

Eppure, come nelle favole più belle, accadde che quel Natale non fu poi così qualunque perché la mia maestra una sera arrivò a casa nostra portando un enorme pacco, decorato con un fiocco rosa. Per me. Ero talmente felice da pensare di poter morire di gioia e talmente emozionata da non riuscire quasi a dirle grazie. E il babbo, che non piangeva mai, aveva gli occhi lucidi.

Guardavo la mia maestra con adorazione, con lo stesso sguardo che le dedicavo ogni giorno quando lei alla lavagna si impegnava per imprimere nella mia mente il mondo, nuove storie e nuove fantasie.

La guardavo come la piccola me che pensava che sarebbe stato davvero un Natale qualunque, senza pacchi, senza sorrisi e invece no.

E anche se a Babbo Natale già non credevo più, mi scoprivo a pensare che forse me l’aveva davvero mandata lui questa maestra con il suo pacco gigante e quindi, sì, solo per un giorno potevo anche lasciarlo vivere.

Dentro al pacco c’era Michela, la bambola con i capelli rossi più bella del mondo. Parlava e camminava, trasformandosi ai miei occhi in un piccolo miracolo di fronte al quale io non sapevo se ridere o piangere. Allora mi limitavo a guardarla ancora e ancora. Prima lei e poi la mamma, che era emozionata lo so, perché si asciugava continuamente le mani nel grembiule anche se asciutte lo erano già da un po’. E poi aveva le guance tutte rosse e gli occhi che sembravano ancora più blu.

La sua emozione stupenda sembrava aver riempito in un istante tutta la casa di una luce fatta di dolcezza infinita che ancora non sapevo interpretare. Ma lo sentivo che in quel momento era semplicemente grata all’universo intero e che l’universo a sua volta stava sorridendo proprio con noi.

1 Comment on La Maestra

  1. Roberto
    30 Dicembre 2019 at 1:23 pm (4 anni ago)

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