La banconota

La vita, quella vissuta, non sempre coincide esattamente con quella che ricordiamo.

Il nostro tempo viene digerito, elaborato, allargato, arricchito o accorciato spesso in funzione o a causa delle emozioni che proviamo, in una continua rimodulazione del nostro passato.

Fino al momento in cui certi ricordi si fissano, immutabili.

E a quel punto è sufficiente un’immagine, un profumo, una musica per aprire una voragine e precipitarvi dentro.

Sto correndo verso l’ufficio, scansando persone e in ritardo, come spesso accade a chi, come me, si trova in perenne balia dei mezzi di trasporto, quando la vedo.

È una donna che non ha nulla di te, se si esclude il vestito semplice, tra l’altro di foggia straniera.

Sta aspettando paziente di fronte alla bancarella del pesce fresco.

Non capisco cosa nel mio cuore la riconduca a te fino a che non vedo la sua mano che stringe nel pugno una banconota stropicciata.

Guardo il suo silenzio e la sua compostezza e ti rivedo.

Rivedo le 10.000 Lire nel palmo della tua mano, l’oculatezza con cui le inserisci nel tuo borsellino.

Ricordo improvvisamente che con quelle 10.000 Lire facevi miracoli, privandoti di tutto perché non ci mancasse niente.

E immagino che sia lo stesso per lei.

Mi sale dentro una tenerezza infinita, così forte che le lacrime arrivano e si confondono con i fiocchi di neve che hanno iniziato a cadere.

Non ho più freddo, perché ora sono letteralmente ricoperta dal mio amore per te.

Dal tuo per me.

E sorrido, tranquilla una volta tanto, come se tu parlassi la mio cuore dicendomi “bambina è tutto a posto”.

È questo che fa il bene no? Quando arriva e ti travolge è esattamente questo l’effetto che fa.

 

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