Lettera 2 in questo tempo sospeso, ne ho troppo per pensare

Venerdì 13 marzo 2020

Ciao Franci,

so che con te posso essere del tutto sincera… io ho continuato per giorni a sorridere mentre guardavo la gente con la mascherina sulla mia Freccia del mattino. Sorridevo perché mi ero improvvisamente resa conto che gli anni che mi porto addosso a qualcosa erano serviti ed io non ero più la giovane donna costantemente impanicata per ogni cosa, di cui ho un ricordo molto vivo.

Intendiamoci, sotto sotto la paura che succeda qualcosa di brutto non scompare mai, ma ora più di prima riesco a dominarla. Io salivo sulla mia Freccia e mi sedevo tranquilla in un treno quasi vuoto pensando che forse tutti stavano un pochino esagerando e che ce la saremmo cavata in poco tempo così come era già successo con altre stranezze in passato.

E poi sto anche iniziando a provare una forte avversione per ogni emozione amplificata dai social e per tutte le persone che diffondono notizie di cui non sanno sul serio nulla, ma usano il mezzo per spargere panico. Insomma non ho voluto cedere né alla paura né ad un eccesso di cautele: non volevo lasciarmi andare all’isteria collettiva. E lo ammetto, ho abbracciato (l’abbraccio lo vedo come la dimostrazione di affetto più vera), anche contro gli ordini perché non sono riuscita a farne a meno, e ho anche ripetuto più volte “ma dai non esageriamo, siamo più forti noi”.

Fino a quando il mio proverbiale ottimismo ha iniziato a scemare con le cifre sui contagi, le progressive restrizioni e l’annuncio della pandemia.

Non sono mai entrata in panico e non lo sono tuttora, tuttavia devo dire che la consapevolezza su quanto ci sta accadendo mi rende tutto molto più pesante. A ciò ha contribuito certamente anche la circostanza che la mia famiglia si appresta a crescere ed io sarò nonna ad Agosto, come sai, un piccolo Leoncino di nome Marco mi renderà la nonna più felice della terra. E ogni tanto gli parlo a questo piccolo soggetto, che magari avrà il faccino di Matteo, e provo a dirglielo che si prepari perché non è un gran mondo quello che gli stiamo regalando, che poi sono gli stessi pensieri che tu Fra hai per Lucia.

Eppure non so, in questi giorni di reclusione forzata in cui lavoro da casa ed è una sensazione stranissima, sto cercando ancora di mantenermi positiva. Guardo fuori cercando segnali e vedo solo cieli azzurri, alberi fioriti e margherite nei prati. E mi godo la mia bambina che, a Università chiusa, sta in casa con me e mi riempie di coccole.

Forse questo tempo sospeso serve proprio a questo, a riscoprire dolcezze e momenti che non avresti assaporato, ad affidarti a ricordi che a volte arrivano con la potenza di un fiume in piena e ti travolgono di lacrime. Ma va bene così, è tutta vita, anche questa. Speriamo almeno che ci insegni qualcosa, soprattutto a tenerci strette.

A proposito di dolcezza oggi mi sono svegliata pensando alla mamma, come spesso mi capita, forse la sogno e poi non ricordo. Ciò che vorrei dirti è che mi concentro con sempre maggior frequenza a riflettere sul momento in cui ha deciso di congedarsi da me, da noi, giusto un paio di mesi fa, esattamente il 15 gennaio. Sembrava lo sapesse che sarebbero arrivati tempi duri e che per la sua bambina tutto sarebbe diventato ancora più complesso. E non mi meraviglia affatto, perché in fondo è sempre così che lei ha vissuto, camminando in punta di piedi per non disturbare. Credo che un pizzico di questo suo timore di dare fastidio in qualche modo al prossimo lo abbia trasmesso poi anche a me.

Proprio qualche giorno fa un’amica mi ha scritto “mi dai sempre la sensazione di pensare che tu stia

disturbando”. E così era lei, che ha scelto il momento giusto per lasciare me con una preoccupazione in meno. Lo ammetto, non è che il babbo con i suoi mille mali e i suoi 90 anni quasi suonati mi faccia stare proprio tranquilla, ma la mamma, ai tempi del corona virus, sarebbe stata indubbiamente di difficile gestione. Uno dei tanti ricordi dolci che ho di lei è proprio legato al suo tentativo, quando ancora la sua mente glielo consentiva, di difendermi dalle manie persecutorie e paranoiche del babbo (con affetto lo dico) e dalle sue numerose telefonate giornaliere che da tempo gli servono per essere certo che non mi sia successo nulla.

Ora divago un pochino, ma capita anche a te in questi giorni strani di avere l’umore ballerino che ti fa sentire in certi momenti felice per il tanto tempo a disposizione per fare e per pensare e poi subito dopo preoccupata per lo stesso motivo? Non sarà troppo questo tempo che ho per pensare? Io a volte me lo chiedo, ma solo perché sono consapevole che quando lo spazio per la mia mente diventa troppo ampio, mi accorgo di essere pericolosa. Ecco, quando poi i pensieri ricadono su di lei mi sento risucchiare da un imbuto di immagini, parole e sensazioni e subito dopo di “avrei potuto fare meglio”.

Resta comunque il fatto che io sono convinta di quello che ti ho detto, la mamma ha organizzato tutto al meglio per non pesare troppo su di me, tenendo le braccia ben alzate per proteggere il mio cielo, come poi spero stia facendo tuttora.

Ora ti bacio e ti prometto che cercherò (ho detto cercherò, non so se riuscirò) di essere, le prossime volte, più leggera.

Sono qui, non farmi aspettare troppo.

PS Io ci conto sul fatto che una volta finito tutto ci sforzeremo di vederci di più, compatibilmente con tutto il resto della nostra vita che in maniera inevitabile ci ripiomberà addosso una volta esaurito questo momento di calma assoluta.

Rita

 

 

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