Alice nel paese della realtà

Ti sto cercando Alice! E’ da tanto che ti aspetto qui, ed ora ti sto proprio cercando! Dove sei? Quanto devo aspettarti ancora? Non starai seguendo nuovamente il coniglio bianco? Ti prego fermati, siediti un attimo, e smettila di rincorrerlo! Trova invece i Palmipedoni, stai attenta a non calpestarli, chiedi loro un sentiero, e ti porteranno da me!

Racconto “Alice nel paese della realtà” dalla raccolta di racconti “Ancora cinque minuti” di Francesca Francisconi 203 pagine

Eccoti qui Alice, ciao, ti stavo aspettando! Sei puntuale, ma io ti aspettavo in anticipo così, apposta, per farti arrivare in ritardo. Sei bella come mi immaginavo, svestita nel modo giusto, senza niente di particolare, acqua e sapone, come era opportuno che fossi. I tuoi occhi sono lucenti, le tue guance tonde, i tuoi capelli biondi, come nel libro che parla di te!

Ti ricordavo più alta, ma forse la tua misura varia ancora, continuamente, per colpa di quegli strani funghi che ti ha donato il Brucaliffo. Leccali appena, poco per volta, per crescere piano e restare più a lungo bambina; leccali appena, poco per volta, per crescere piano e rallentare la formazione di quelle ali, che ti faranno volare e ti porteranno lontana da me.

12 cm è la dimensione del mio cuore.

Parlami del Paese delle Meraviglie, raccontami del Cappellaio Matto, del Leprotto Bisestile, descrivimi la Regina pomposa e tiranna, spiegami nel dettaglio di tutto quello che nella realtà non è, ma che invece lì sarebbe, e di tutto quello che nella realtà è e che invece lì non sarebbe mai: recitalo! Sono curiosa delle tue avventure Alice, sono pronta a regalartene di nuove, così come tu ogni giorno ne regalerai a me, anche se non ce lo siamo ancora dette, ma sappiamo già entrambe che così sarà.

Ti aspettavo Alice, da quel giorno in cui, su quella carta estratta dal mazzo, è apparso il colore rosso del dolore; ho pianto di gioia nell’immaginarti arrivare, anche se ero ancora piccola e tu eri ancora molto lontana. Desideravo il tuo arrivo a tal punto da non aver neanche un po’ paura, come invece sarebbe stato necessario avere! Ero da sola quel giorno, il giorno di colore rosso, come era rosso il colore delle rose, piantate per sbaglio bianche. Ero certa di poterti incontrare per la MIA strada, anche se, in quel Paese delle Meraviglie dove ti trovavi, non potevo averne una mia: lì tutte le strade sono della Regina!

Ero da sola dicevo, in quel posto disperso, dove c’era pochissimo amore, lontana da chi conta, attorniata da chi non contava abbastanza. Ma non mi sentivo sola realmente, anche se lo ero e ci tengo a sottolinearlo, perché fondamentalmente sapevo che, prima o poi, a farmi compagnia in questo mondo saresti arrivata tu!

A volte ti ho immaginata diversa, con gli occhi color ambra, con una testa di capelli neri; a volte ti ho immaginata con un altro nome, con addosso altri vestiti, con una bocca più sottile. A volte ti ho pensata maschio, per regalarti una vita più facile. A volte ti ho immaginata assente, per regalare una vita più facile a qualcun’altro, che invece del Paese delle Meraviglie, voleva gli raccontassi di un’Isola che neanche c’è, di un’ultima stella a destra dispersa in non so quale direzione, di pirati vecchi e sirene accattivanti, bimbi sperduti volanti, ed un coccodrillo che dentro la sua pancia ha un orologio che fa tic tac, in un posto dove il tempo è fermo e misurarlo dimmi tu: che senso avrà?

Ora che ti aspetto per davvero (e non solo per finta, per prepararmi al “per davvero”, come ho fatto sempre in questa vita), ho iniziato a pensare che di cose da insegnarti mi sembrava di averne tante, ma ora che stai arrivando non ho preparato un granché da dire. Sono giunta a quell’età in cui a volte mi sembra di aver capito tutto, ma poi ci ripenso e mi accorgo che non ho ancora capito niente. Mi è rimasta solo la voglia di spiegarti cose piccole e banali, che però adesso mi sembrano speciali: come soffiare piano, lentamente per fare le bolle grandi, e come soffiare forte, stupidamente, per spegnere tutte le candele, di cui sarà piena la torta di ogni tuo non compleanno.

17 cm è la lunghezza della mia mano.

Alice ti ho guardata mille volte cadere giù in quel buco, per venir fuori dall’altra parte del mondo, dove la gente cammina a testa in giù. In questi ultimi mesi, poi, sono venuta a cercarti dappertutto, sono passata su ogni strada, contando i giorni più opportuni, ho setacciato persino la sabbia del mare per trovarti, senza riuscirci. E per un po’ ho pensato di non farcela Alice, di non farcela a trovarti, per un po’ ho pensato di non riuscire a raggiungerti e non far incontrare mai la tua vita con la mia!

Oggi ripenso a quel giorno freddo di dicembre, in cui ebbi finalmente il coraggio, e giù per la tana del Bianconiglio mi gettai anche io! Non lo sapevo cosa ci avrei trovato lì sotto, speravo di trovare te ovviamente, ma non ero poi così convinta. Dentro quel buco c’era tutta una vita che non mi aspettavo di dover vivere. Era una vita diversa da quella che mi ero immaginata, una vita inaspettata che mi faceva sentire però nel posto giusto, che era un posto dove, a pensarci bene, non ero stata mai. Ogni giorno mi ripetevo che quella non era la mia vita, ma che sarei stata capace di viverla e, alla fine, sarebbe andato tutto bene. Ci credevo, e poi l’ho anche scritto, e poi è andato tutto bene per davvero!

23 cm è la lunghezza del mio piede.

Guardandoti in bianco e nero proiettata sullo schermo, con un sottofondo ritmato da un rumore di cuore, non mi è sembrato vero che tu fossi lì! La natura è sorprendente anche quando segue la sua logica; la natura è così straordinaria che a volte fa sembrare il Mondo delle Meraviglie una banalità: te ne sei accorta? La natura è sbalorditiva anche quando è normale: come l’arrivo della primavera, la caduta della neve, il rumore del mare e l’odore dell’erba tagliata. Tutti le hanno vissute queste cose, ma ogni volta che si ripresentano danno sempre lo stesso effetto di sorpresa, come se ci fossimo dimenticati il loro spettacolo, come se lo vedessimo ogni volta per la prima volta.

Ti sto aspettando Alice, anche se sei già qui, e non mi è chiaro come si possa aspettare qualcuno che è già qui ma non si vede, non del tutto; ci si accorge guardandomi che tu ci sia, ma non ci sei, non ancora.

Dobbiamo mettere le cose in chiaro quindi prima di incontrarci, perché io non mi ci vedo a stare con te 24 ore su 24, anche se in questi primi mesi, in cui ci sei ma non ci sei, così è stato! Non abituarti perché io non sono una persona così, non sono capace di starti sempre lì attorno, accanto, appiccicata. Io non ti solleverò tutte le volte che cadrai, ma ti insegnerò ad alzarti da sola e ad essere forte, come sono forte io, anche se non sembra, anche se non lo do a vedere. Non ti terrò sempre in braccio, non spenderò tutte le mie energie per te, devo tenerne anche un po’ per me, ma fidati che andrà tutto bene, l’ho scritto e così sarà!

43 cm è la lunghezza del mio femore.

Al nostro fianco ho scelto un brav’uomo che mi ha travolto e mi ha riempito la vita, di quelli che ci faranno sentire speciali tutti i giorni, di quelli che così non ne esistono più, e sono fiera ed orgogliosa che l’ultimo sia toccato a noi! Anche lui Alice ti insegnerà a rialzarti, a sopportare e a diventare coraggiosa. E, devo ammetterlo, senza di lui non ci saresti stata, senza di lui non ti avrei trovata! Per fortuna che c’è, per fortuna che ha trovato me, e mi ha aiutato a cercare e trovare te! Dai vieni a conoscerlo? Non sei curiosa come è scritto sul libro?

Ti aspetto Alice, esci quando vuoi, scendi appena puoi, non si può stare lì dentro a quella tana per sempre, alcuni passano di qua, altri per di là, ma tu prendi la scorciatoia!

Qui nella realtà ci sono tante meraviglie, altro che nel paese da dove arrivi tu: vieni a scoprirle!

Pensa che ci sono studiosi che stanno cercando il modo di fare tornare fertili i deserti, ci faranno crescere i fiori: trattieniti non fare di questi un bel mazzetto! Pensa che c’è una ragazzina che ha inventato un materiale, dove ci si può mettere dell’acqua non potabile e quella si trasforma, e dopo si può bere: non avrai bisogno di pensare che se bevi da bottiglie che non sai cosa contengano, prima o poi, ne pagherai le conseguenze!!

Pensa che ti porterò ad abitare in un posto disperso, dove non avevo mai pensato di vivere, ma lì crescerai come i bambini di una volta, respirando aria buona, giocando a giochi veri di legno, di elastici, di amore, di sabbia, di salti, di bolle, di capriole, di emozioni e di corse… mangiando frutta e verdura, raccolte direttamente dal giardino, un giardino uguale a quello del Bianconiglio, ma però vero!

Vieni Alice perché io credo che quando saremo insieme, una volta tanto, qualcosa qui per noi avrà finalmente un senso…

52 cm è la lunghezza del mio braccio tutto intero.

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