A chi resta

55 anni
Te ne senti 30, anche se il tuo corpo si ostina a volerne dimostrare di più.
Lo fa per convincerti? Per spegnerti?
Hai mille sogni nel cassetto, qualcuno con un piede già fuori. Mille idee, progetti, dubbi, paure e “ti prego”.
Non sei più figlia, da poco non lo sei davvero più, anche se da tempo eri tu quella che si occupava di loro.
Loro. A loro non hai ancora trovato un posto.
Sai che ti servirà tempo.
Per fortuna ti hanno regalato un amore in più.
50 anni
Una festa bellissima e un caldo torrido come quello di questa estate che davvero sembra voler sciogliere ogni cosa.
Un contorno di farfalle e tu vestita di rosso, sudatissima, brilla e immensamente felice.
40 anni
Non ti serve pensarci tanto per avere la certezza che nella tua testa siano solo 20.
Vivi tutto come fosse una gara contro il tempo, affamata di vita. Talmente affamata che sei sempre altrove, un pochino più avanti, o di lato, comunque spesso non dove davvero dovresti essere.
A volte non ti capisci neppure tu, donna fuori e ragazzina dentro.
Una ragazzina mai cresciuta del tutto o piuttosto diventata grande troppo in fretta.
32 anni
Crei vita e continui a studiare come se non ci fosse un domani.
Sogni tanto, sogni in grande anche se a volte hai paura che resti tutto incastrato proprio lì, nel meccanismo di un cassetto che finge di accogliere i tuoi sogni per custodirli, ma poi li ingoia e riaverli indietro è impossibile.
22 anni
Sei troppo piccola per diventare grande. Ma anche sufficientemente grande per continuare ad essere piccola.
Una mamma bimba.
Tutto stupendo, favoloso e molto complicato come sanno esserlo solo le emozioni più belle della vita.
Cresci in fretta, devi farlo bene, lo fai per amore. Un immenso amore.
3 anni o forse due (non hai più nessuno a cui chiederlo)
Vorresti voltarti verso questa bimba un attimo solo. Non troppo a lungo per non precipitare in quel buco grande stracolmo di emozioni in cui di tanto intanto cadi e che prima o poi ti risucchierà come è successo ad Alice.
Vorresti dirle di non avere paura di perdere queste braccia che la sorreggono e che il futuro non è un luogo poi così spaventoso.
Vorresti che sapesse che dovrà imparare a lasciare andare, ad accettare la fine delle cose, a non sentirsi in colpa ogni giorno per tutti i mali del mondo.
Speri che impari anche a non chiedere sempre scusa, come se il solo fatto di esistere fosse già di per sé un buon motivo per farlo.
Vorresti dirle che in tanti entreranno nella sua vita, qualcuno con impeto travolgendo ogni cosa, qualcuno in punta di piedi.
C’è chi si fermerà. Altri passeranno oltre. E dovrà esserne grata.
Non solo a chi deciderà di restare, ma anche a chi sceglierà di andarsene lasciandole comunque in dono un pezzetto del suo cuore.

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