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Io sono completamente diverso. Non assomiglio nemmeno lontanamente alle foto di ciò che ero dieci anni fa: ho la pancia, meno capelli, ho persino dovuto mettere gli occhiali perché non ci vedo più, mentre tu sei rimasta perfettamente uguale… mi sembra incredibile, ma è così! Di te ho un’immagine di allora: nitida, chiara, assolutamente identica. Come se per te questi dieci anni non fossero passati: non sul tuo viso, non sulle tue mani e nemmeno sul tuo sorriso. Sei perfetta, forse anche più giovane di com’eri allora: vestita meglio, più spensierata, senza fardelli da portare, meno imbronciata e soprattutto senza richieste mai esaudite da continuare a fare…

Te lo vorrei dire che non è giusto, e che questo tempo è soltanto un bastardo che ha colpito me dappertutto e ha lasciato così bella te, ma ho deciso di non farlo e faccio bene perché, come sai, anche se sono così diverso, con la barba brizzolata e le rughe in fondo agli occhi, direi comunque “la parola di troppo” come ho sempre fatto, come diceva sempre mia madre, poveretta mia madre… mi ha amato fino all’ultimo momento, rimanendo vigile, continuando a darmi istruzioni di vita, anche sul letto di morte… già nemmeno ti ho detto della sua morte, nemmeno ti ho invitata al funerale, ma via lo sai che non ti penso più così spesso, ti penso ogni tanto, nei giorni come oggi, quando mi sveglio e sono certo di averti sognata, anche senza averne ricordi.

Non so come spiegarti quello che vorrei dirti, ma che tanto non ti dirò, come in mille altre situazioni, in cui ho pensato di parlarti e invece poi ho deciso di non farlo; non te lo dirò nemmeno stavolta, come non dicevo ai miei figli di non piangere da neonati, visto che, allora, soltanto piangere sapevano fare…

Comunque sono qui che ti penso appena sveglio stamattina… una di quelle mattine calde, un caldo sempre uguale, ma che ogni anno lo sembra un po’ di più, per colpa dei telegiornali che ce lo descrivono peggiore e ce lo fanno sentire più forte di quello dell’anno prima. Ti penso e ti immagino identica, e in fondo mi rendo conto che non sia il tempo ad essere bastardo, ma lo sono io che continuo ad immaginarti uguale ma che non lo so come tu sia, non ti incontro più da tanto, nemmeno per sbaglio: ti ricordi quando ci incontravamo per sbaglio? 

Ti immagino sorridere come facevi con me, stringendo le labbra, stringendo pure gli occhi allo stesso modo, ti immagino accanto al tuo lui chiedendomi se sia lo stesso degli ultimi dieci anni… E tu che gesticoli parlandogli proprio come facevi con me, con le mani a “pentolino” tieni le dita strette, e mi immagino lui uguale a come ero io dieci anni fa: perché via il tempo per voi due, nella mia testa, non è passato, ma per me invece sì, e non so il perché… non lo capisco…

Io sono completamente diverso, faccio cose completamente diverse: sorrido, bacio, scopo e piango in modo completamente diverso da quando eri al mio fianco… e invece tu resti identica, a quando ero al tuo fianco, ma al fianco di lui, chiunque sia, che sarà perfetto per te, ed è senz’altro molto più giusto di quanto lo possa essere mai stato io, di quanto mai lo sarei stato, se tu avessi avuto il coraggio di aspettare ancora per un po’ che io lasciassi mia moglie, per stare finalmente con te: giuro prima o poi lo avrei fatto, forse un giorno lo avrei fatto…

E provo gioia per voi due che vi siete trovati in questo strano mondo, dove noi invece non ci incontriamo più (la stessa ora non l’abbiamo avuta più). Provo gioia davvero nel saperti con lui che ti protegge, che ti fa sentire al sicuro, come io non sono mai stato capace di fare… ti ricordi? Mi dicevi sempre che non mi sentivi tuo, mi dicevi che ti mancavo: anche mentre ero al tuo fianco, seduto sul divano. Mi dicevi che mi volevi, ma che non riuscivi ad avermi del tutto, non potevi, non te lo permettevo, anche quando ero convinto di essere tuo, anche quando ti dicevo di essere tuo… giuro l’avrei lasciata prima o poi, l’avrei lasciata… mi bastava un altro anno, soltanto un altro anno, forse due, tre al massimo… non lo hai accettato, non lo hai capito…

Però davvero mi fa piacere immaginare che lui ti dia quello che io non ti ho dato, che lui sarà lì quando piangerai, soffrirai e morirai… davvero credimi, te lo giuro: ne sono felice! Ma via continuare ad immaginare che con lui tu faccia le stesse cose identiche, e che ti muova nello stesso modo identico, e che tu rida nello stesso modo che usavi con me, mi fa sentire male. Ecco cosa vorrei dirti: io vorrei soltanto saperti cambiata! Vorrei sapere che hai cambiato tutto: vocabolario, religione, interessi, lavoro, pelle, carne, ossa, organi interni, anima, odore, consistenza, bisogni, vita, mondo… sì dovrebbe essere tutto diverso, tutto cambiato, persino il mondo: sarebbe giusto un cambiamento! Così come sono cambiato io!

Ma invece no, tu sei identica e sapere tutto quello che fai, e come lo fai, mi infastidisce: sarebbe carino che tu cambiassi! Si può cambiare: è ora che tu lo sappia!

E invece so che gli dici “scemo” ogni volta che fa una battuta che ti fa ridere; che dici “uffa” quando sbaglia e anche quando a sbagliare sei tu; che rispondi “Cuba libre” ogni volta che ti chiede cosa vuoi da bere (ma cazzo prenditi un Gin tonic). Che dici “altro”, come si fa al banco dei salumi, quando non vuoi più niente o sei semplicemente stanca; che gli metti la testa sulla spalla proprio in quel modo; che non lo prendi mai per mano in mezzo alla gente; che non lo baci mai, se non di nascosto, mentre ci sono i tuoi genitori che vi guardano; e che i tuoi parenti li odi, i tuoi genitori per primi, odi i parenti tutti, anche quelli degli altri, è sempre stato così, sarà così per sempre: ti stancano, ti danno noia…

Sai, vorrei anche che non gli parlassi mai di me, vorrei non gli avessi mai parlato di me… ed invece so pure quello: gli parli di me anche senza avermi chiesto il permesso, come facevi con me, quando mi raccontavi di tutti i tuoi ex! Sai: degli ex non gliene frega un cazzo a nessuno! Non parlargli di me: ti prego fai finta che io non sia esistito, fai finta che io sia stato soltanto un incubo avuto dieci anni fa! Ogni volta che gli parli di me lo sento, ogni volta che gli parli di me mi uccidi, e per colpa tua sono già morto più volte di quante ne morivo da bambino giocando a Killer Instinct…

Ti prego tienimi fuori dai vostri discorsi identici ai nostri, che mi sembra di riuscire ad ascoltare persino da qui…

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