Da qualche parte là fuori

Diversi mesi fa ricordo di aver ascoltato appena sveglia questa notizia: “Kazuo Ishiguro ha vinto il premio Nobel per la letteratura, per aver rivelato l’abisso al di sotto del nostro senso illusorio di connessione col mondo, in romanzi di grande forza emotiva”.

La prima sensazione che ho provato è stata di immenso orgoglio, quasi fossi la madrina del vincitore e non ho potuto fare a meno di sorridere ripensando all’espressione stupita del commesso della Libreria, che mi assicurava di non aver mai conosciuto nessuno, che avesse acquistato così tante copie dello stesso libro.

Non lasciarmi – Kazuo Ishiguro – Einaudi – 291 pagine

Mi riferisco a “Non lasciarmi” dell’autore giapponese vincitore del Nobel, ed io lo stavo regalando a tutte le persone che amavo. Ogni occasione era quella giusta per farlo, perché quando un libro ti travolge con una potenza emotiva così forte, condividerlo con le persone care è l’unico gesto possibile.

Ho letto “Non lasciarmi” nel 2006, per la precisione l’ho terminato il 15/06/2006 su una Dodge in viaggio dalla West alla East Coast della Florida.

Nella mia mente resta impresso il fotogramma esatto, del momento in cui ho scritto data e luogo sulla pagina finale, e la cascata di lacrime che hanno iniziato a scendere non appena l’ho chiuso, accarezzandone la copertina. Come se, improvvisamente, fosse crollata dentro di me una diga e l’acqua potesse scorrere finalmente libera.

Il Washington Post lo aveva definito “un romanzo meraviglioso, il migliore che Ishiguro abbia scritto dai tempi del sublime “Quel che resta del giorno”.

“Non lasciarmi” è un libro di cui non si riesce ad afferrare subito il senso che, sconvolgente, affiora ben oltre le prime pagine. La storia è quella di tre bambini, Kathy, Tommy e Ruth che crescono insieme in un collegio, immerso nel verde della campagna inglese.

Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani; e possono contare solo su amore e amicizia per difendersi da termini asettici quali “donatore” e “assistente”, che portano con sé tutta la crudeltà di un mondo in cui, la loro vita è voluta e programmata da un’autorità superiore e nascosta. Nascono per uno scopo preciso e terribile.

E’ un romanzo politico, visionario, commovente e distopico in quanto ipotizza una realtà che nessuno di noi vorrebbe mai vedere realizzata, ma è ancora e prima di ogni altra cosa una grande, immensa storia d’amore.

Anche il film, uscito qualche tempo fa, rende giustizia al testo.

Probabilmente molti di voi lo avranno già amato, qualora così non fosse: buona lettura da Rimmel Ribelle.

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