ZUPPA DI ZUCCA, AMORE, TRADIZIONI E TEMPO

Zuppa di zucca.

Ingredienti:

500 gr di zucca lessata a pezzettini;

100 gr di mostarda mantovana o cotognata;

100 gr di amaretti sbriciolati finemente;

noce moscata qb;

parmigiano grattugiato.

A parte:

gorgonzola (per guarnire ogni piatto);

una piadina a testa fatta in casa con amore (rigorosamente con strutto di mora romagnola, come la faceva nonna, se era brava).

Preparazione:

Una volta lessata la zucca scolarla bene o, per migliorare la cottura e mantenerne intatte le proprietà, cuocerla al vapore. Frullare la zucca, sminuzzare gli amaretti e impastare il tutto fino ad ottenere un composto ben amalgamato e consistente.

Diluire con acqua e amalgamare.

Servire con un po’ di gorgonzola al centro, guarnendo il bordo piatto con pezzetti di piada.

E’ certo che per le cose buone ci vuole tempo, dedizione e abilità, ma per l’inizio di questo autunno voglio dedicarvi un piatto dolce salato, afrodisiaco ma veloce, per accompagnare le vostre illusorie serate romantiche.

636103203454306880Ed ecco per voi la consueta poesia. Di amore lucido.

Dentro al caleidoscopio

Quando un uomo ti asciuga i capelli

e si addormenta attirandoti a sé

senza stancarsi mai del contatto

o del tuo peso, sopra di lui.

Quando ridendo ti dice che sta con te

perchè ti vuole insegnare a rilassarti,

che ciò che non si fa oggi o tra due ore si farà poi,

che non c’è nessuna ansia o controllo da sprecare,

e poi ti dice che ti ama di un tiamo a cui non crederai,

finché non sarà ogni giorno per anni,

che in questo modo lui ti vorrebbe sposare,

che sei il corpo che lui vuole per sempre toccare,

la voce che vuol sentire vibrare,

l’anima opposta che comprende col cuore,

la forma di donna che per lui è il massimo ideale,

che sei una pazza se non lo riesci a vedere,

se ascolti i giudizi che non sanno

o se ti neghi la sorpresa del suo magnifico niente.

Perché l’amore è niente,

le sue labbra niente,

le sue parole niente,

le sue carezze niente,

le sue promesse niente,

i suoi pensieri niente,

le sue lusinghe niente,

i vostri corpi niente,

lo stare svegli niente,

l’addormentarsi abbracciati niente,

aspettarsi per ore e poi smettere niente,

ritrovarsi nel momento perfetto niente,

vedersi belli niente,

sempre eccitati niente,

le storie prima niente,

le omissioni niente,

le confessioni niente,

le rivoluzioni niente.

Perché son solo centrata,

da in cima alla mia torre,

su questi miei due piedi callosi e saldi,

che mi sporgo in basso,

col ghigno dentro che resiste ai sommovimenti,

soprattutto quando troppo belli,

allenata da presto al precipizio,

alle macerie,

al silenzio

e a tutti gli imprevedibili,

inaffidabili,

mozzafiato niente.

Linfa De L’Agio.

Grazie a Daniela Fogli per la deliziosa ricetta e la bellissima poesia: una delle mie preferite! Un abbraccio da Rimmel Ribelle.

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