Non si gioca con il cibo

Non sono mai stata brava con il cibo e, anche se oggi apprezzo la buona cucina e sono un’onnivora che riesce a mangiare quasi tutto, non ho ancora ben capito cosa sia giusto e cosa sia sbagliato mangiare per proteggere il proprio organismo.

Siamo tutti d’accordo sul fatto che frutta e verdure facciano bene, più controversa invece è l’idea che la carne e i suoi derivati facciano male. I risultati di studi e ricerche sono spesso contradditori e falsati perché vengono messi a confronto vegetariani con persone che hanno abitudini alimentari pessime.

Qualche giorno fa mi è capitata sotto mano una rivista (Focus di maggio 2015), che mi ha aperto un po’ gli occhi e mi ha fatto riflettere; ho deciso così di condividerla con voi perché questi pezzi mirati sull’argomento alimentazione, mi hanno spiegato che esistono tanti validi motivi per eliminare o inserire un alimento o una serie di alimenti nella propria dieta, ma, molto spesso, la preoccupazione per la propria salute non è uno di questi.

onnivoriLo sapevate che un’analisi curata dell’Organizzazione mondiale della sanità ha mostrato che la cattiva alimentazione è la prima causa di malattia a livello globale? E che i rischi legati al mangiare male, a partire dal 2010, per la prima volta nella storia dell’uomo, hanno superato quelli che derivano dalla sottonutrizione e dalla fame?

La serie di articoli trovati su Focus inizia spiegando che la questione è seria e che la dieta ha conseguenze sulla psiche, sulla salute, sull’economia e persino sul destino del pianeta; consigliando una dieta mista fra mediterranea, pescetariana e vegetariana per evitare che i gas serra, rilasciati da agricoltura e allevamento, aumentino (limitare la carne a due volte la settimana già sarebbe accettabile).

Vengono poi argomentati alcuni studi che hanno dimostrato che i vegetariani stanno complessivamente meglio rispetto agli onnivori: cuore più sano, meno rischi di ammalarsi di diabete e alcuni tipi di tumori e inoltre sono più magri. E ancora meglio stanno coloro che aggiungono alla dieta vegetariana il pesce.

pescetariana

Pochi prodotti di origine animale e dieta mediterranea: al momento la scienza risponde così ai nostri dubbi su cibo e salute.

Il testo continua dicendo che in generale però, chi esclude totalmente dalla dieta un intero gruppo di alimenti va incontro a qualche rischio, come chi esagera con l’utilizzo di un determinato alimento, abusandone più del dovuto. Sarebbe sempre consigliato ed opportuno perciò, farsi seguire da un nutrizionista e/o da un medico che potranno quindi inserire gli integratori e le vitamine adatte e necessarie, da aggiungere alla dieta che sceglierete di seguire e adottare.

Oggi viviamo nella ricerca della genuinità per la longevità e controllando la dieta abbiamo l’illusione di controllare la nostra vita. La ricerca dell’alimentazione virtuosa è diventata addirittura la religione globale più seguita. La dieta ideale per la salute dell’uomo che viene descritta su Focus è un mix di cibi, che secondo uno studio di Francesco Sofi e del suo gruppo è così composto: almeno 300 grammi di frutta al giorno, 250 di verdura e 200 di cereali; almeno 250 grammi di pesce alla settimana e 140 di legumi; non oltre gli 80 grammi di carne al giorno e 180 di latte e latticini; uso regolare di olio di oliva e un bicchiere di vino a tavola, meglio se rosso.

In futuro però potrebbero esserci soluzioni rivoluzionarie come “Soylent” un beverone artificiale (definito dal New Yorker “la fine del cibo”) a base di carboidrati, proteine e vitamine, creato da un informatico statunitense. Ma siamo pronti a smettere di masticare? Io no…

Oppure si pensa alle alghe, ricche di proteine, amminoacidi e vitamine, che sono alimenti completi ed ecologici, assorbono CO2 e producono ossigeno. Ma i costi di produzioni sono incredibilmente elevati! E le alghe mi fanno anche un po’ schifo…

O, ancora, c’è qualcuno che sostiene siano gli insetti il vero alimento del futuro, con 1900 specie commestibili e nutrienti, che non emettono gas serra, non consumano terra e sono economiche da produrre. Ma chi è pronto a mangiarne?? Forse pastellati e fritti?

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