Luce

Indosso l’abito bianco che tu amavi tanto e torno nel punto esatto in cui tutto ha avuto inizio. Non è stato facile credimi, ma ora guardami, sono ancora la tua principessa e ti ho perdonato. Scendo con cautela. Ho dovuto imparare il significato di questa parola anche se dentro di me continua a bruciare quel fuoco che tu ben conosci. Ma la mia forza e la mia determinazione non sono più sufficienti, il mio corpo la pensa diversamente da me. Ho provato a non ascoltare i suoi ripetuti richiami all’ordine e alla pazienza, ma alla fine ha vinto lui. Per questo lo assecondo e scendo piano, una mano in appoggio e i piedi che cercano un equilibrio stabile su questi irregolari scalini di pietra. Sono consapevole che dovrei scrutare con attenzione il terreno alla ricerca di ogni più piccola fenditura per evitare di cadere, ma i miei occhi sono attratti in maniera magnetica dallo spettacolo del mare. Non riesco a smettere di guardarlo, dovrei addirittura odiarlo, ma continua ad esercitare su di me un fascino antico e misterioso. La distesa è immensa e incantevole e allo stesso tempo terribile e minacciosa. Decido di lasciarmi andare e mi perdo con lo sguardo all’orizzonte e lo sfido. Lo sfido con l’amore, la rabbia e i ricordi. Non tornavo qui da tanto tempo, qui dove tutto ha avuto inizio.

La discesa è finalmente terminata e la vedo. Una copia di me e mi somiglia terribilmente, è solo una versione più giovane. Stesso sguardo smarrito e malinconico, stessi occhi verdi persi in pensieri lontani che riesco quasi a indovinare.

La riconosco e la scelgo, o forse è lei a scegliere me. La sua aura luminosa attrae immediatamente il mio sguardo. Luminosa, esatto, come se una luce nascosta la facesse splendere dall’interno. Decido che il suo splendore oggi sarà tutto per me. Mi serve la sua luce per ricordare e ho bisogno del suo cuore per essere definitivamente certa di avere perdonato.

Mi avvicino piano, è sufficiente una frazione di secondo, quella in cui lei si gira e mi sorride e il racconto, il mio, può avere inizio.

“Interrompimi quando vuoi se divento troppo noiosa o triste. E’ facile che accada perché ciò che sto per svelarti e che per me rappresenta la vita è solo una delle tante storie d’amore di cui da secoli si nutre il mondo.

La prima volta in cui l’ho visto LUI era proprio qui, su questa spiaggia e intorno c’erano solo luce, sole, cielo e mare. Tutto era luce. E poi al centro LUI e io, che davvero mi chiamo così, incredibile non trovi?

Tu ci credi al destino? Se solo fosse trascorso un attimo in più non avrei incrociato il suo sguardo e non avrei potuto raccontarti questa storia. Perché LUI stava partendo con alcuni turisti per una visita della costa con la sua barchetta azzurra. Ma proprio in quell’attimo lui si è voltato verso di me, attratto proprio dalla mia luce, ha confessato poi. E i nostri occhi si sono agganciati e riconosciuti fra milioni di altri. Occhi affamati che si aspettavano da secoli. Non ci sono state parole, non c’era tempo e non ne servivano. Sapevamo entrambi che LUI sarebbe tornato e mi avrebbe trovata ad aspettarlo.

Sorridi, hai ragione. Sto raccontando questa storia come se si trattasse dell’amore del secolo mentre tu starai pensando.. Tutto qui?

Però a quello sguardo ne sono seguiti altri, prima timidi e poi via via più audaci. Ogni volta in cui LUI fissava i suoi occhi nei miei io mi scioglievo dentro, sempre un po’ di più e sempre un po’ più a fondo, fino a confondermi con la sua sostanza.

Io ricambiavo il suo sguardo con decisione e vi scorgevo all’interno amore e desiderio infiniti. Solo a tratti dovevo distogliere i miei occhi dai suoi per non correre il rischio di cadervi dentro e non trovarmi più. Avevo quasi paura di perdermi e non riuscire più a tornare in me. Non so quante volte nella vita possa accadere di provare un sentimento così intenso. Per quanto mi riguarda so con certezza che si è trattato della prima volta e che non è successo mai più, nemmeno dopo, neppure nella mia seconda vita. Ma non mi lamento, sono consapevole di aver già ricevuto in dono una grandissima dose di amore e non posso pretendere di chiederne di più.

La mia prima vita dicevo è stata un susseguirsi di dolcezza, carezze e passeggiate mano nella mano. Non ridere, non solo questo, ma anche amore fisico, forte e intenso, così intenso da lasciarti ogni volta senza fiato, come fosse una piccola morte.

Poi un giorno qualcuno ha deciso che poteva bastare. Ho cercato nel tempo di dare un nome e un volto a questo qualcuno, per capire verso chi sarebbe stato giusto indirizzare il mio odio e la mia rabbia.

Ho provato con ogni fibra del mio essere a odiare il mare. E’ stato lui a portarmelo via, aveva solo 50 anni ed era ancora l’uomo più bello del mondo. E’ partito un mattino in barca e non ho più visto il suo sorriso. Un infarto, mi hanno detto, di quelli che non lasciano scampo né tempo per i soccorsi. Non ha sofferto.. sarà la verità? Io non credo, sono certa che ha sofferto, perché nell’istante in cui ha sentito che la vita lo stava abbandonando, lui ha visto me e tutto quello che abbiamo vissuto insieme in un nastro struggente che si avvolgeva a ritroso fino ad arrivare al nostro incontro qui.

Quando voglio consolarmi provo a pensare che in fondo alla sofferenza sia arrivata per LUI la serenità di riconoscere l’enorme dono che la vita ci aveva offerto. Voglio immaginarlo mentre accetta e sorride. Devo immaginarlo così per poter continuare a vivere.

Per quanto riguarda me posso assicurarti che la mia vita è finita quel giorno insieme alla sua.

Per anni non ho fatto altro che cercarlo in altre voci, in altri occhi e in altri corpi, senza trovarlo mai.

Lo sognavo ogni notte e mi svegliavo a volte piangendo e a volte convinta di potercela fare. Non so se possa davvero chiamarsi vita la seconda parte di esistenza che mi è stato concesso di vivere senza di LUI.

So solo che una mattina di qualche giorno fa mi sono svegliata con il cuore sereno e la forte sensazione di aver finalmente perdonato. Ce ne sono voluti di anni sai? Guardami, sono una vecchia copia di te e credo che solo la consapevolezza che tra poco potrò rivederlo mi abbia aiutata a darmi pace. Ora l’ho lasciato finalmente andare.

Scusami, tu stai piangendo, ma ti prego non devi, perché io ho perdonato e ora non piango più. Ora però asciuga i tuoi occhi e raccontami qualcosa di te.”

Tutto era quieto e avvolto da una brezza leggera. Il mare calmo e una calda luce ad annunciare il tramonto. Aveva solo bisogno di tempo per mettere ordine nei propri pensieri, tradurli in parole e regalarli a lei.

FINE.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Comment *






*