Lettera 37 Basso profilo

Venerdì 18 marzo 2022

Ciao Rita,

ci ho provato ti giuro ad iniziare questa lettera in un modo migliore e con una nota positiva, ma non so come mai anche oggi mi sento un po’ storta. Lo so che la vita sta ricominciando: le date dei concerti sono state confermate, il mio volo, come sai, è stato fatto, a teatro ci siamo tornati e a lavoro abbiamo finalmente fissato le date definitive del rientro… ma qualcosa continua a non convincermi e trattiene amaramente il mio entusiasmo. Te lo giuro che già mi immagino a pranzo con te e al bar per il caffè di metà mattina, ma invece di emozionarmi, come ho fatto sempre ogni volta fissata una data, mi sento morbida, afflosciata, come se inconsciamente evitassi di illudermi, sospettando un nuovo imprevisto che mandi tutto a rotoli: anche se, son sincera, me lo sento che questa volta sia finalmente quella giusta! Forse è semplicemente il mio organismo che tiene basso il tono per protezione, forse ha imparato da solo a difendersi in questo modo da tutte le false illusioni a cui è stato sottoposto in questi due anni infiniti che, pensando a Lucia, mi sembrano volati.

E insomma sono qui con il mio basso profilo alle porte della primavera che sta arrivando (arriva come lo scorso anno, quello prima e tutti quelli precedenti fregandosene di me, di te e di tutto il resto) con il mio entusiasmo trattenuto da non so bene cosa e il mio respiro sospeso non so bene dove. La primavera arriva con le sue scarpe nuove e i suoi colori vivaci mentre io me ne sto qui a fissare date per provare come sempre a riempire tutto lo spazio per non pensare e, per la prima volta in vita mia, per ricordarmi che sono viva, come se lo avessi stranamente dimenticato. Leggendo la tua lettera con l’amore per una bugia, mi verrebbe da pensare che forse, semplicemente, il mio cervello abbia deciso in autonomia, senza consultarmi, di non credere più a niente, probabilmente non sarebbe neanche così male: che dici? Me ne starei più al sicuro e spenderei senz’altro meno soldi: te lo anticipo per questo rientro ho deciso di non comprare nulla di nuovo da indossare, tanto quasi tutti i miei colleghi non mi hanno mai vista, qualsiasi cosa indosserò per loro sarà nuova come nuova sarò io, rientrando però nello stesso posto in cui lavoro da oltre vent’anni!

E questa cosa mi sembra incredibile! Sarò improvvisamente l’ultima arrivata, io che ero già lì da prima che arrivasse l’euro, che ero lì quando hanno tolto il bancone di marmo e i vetri antiproiettile, io che ho visto smembrare le casse, le ho viste passare da dodici a nove e poi a cinque, quattro, tre, due… con un assurdo conto alla rovescia. Ero lì quando ancora c’era Antonio con la sua voce gentile e squillante al centralino e il magazzino con gli stampati era a portata di mano e se ti mancava qualcosa bastava che l’andassi a prendere. Ero lì quando il caveau lo aprivano insieme i più “importanti” ogni mattina, gli stessi che passando per la Vigilia a stringere le mani a tutti noi e augurarci il buon Natale. Ero lì quando la cassa principale era ad una rampa di scale e la rimessa la si portava direttamente di sopra a mano  respirando l’odore di fumo (perché ancora dentro si poteva fumare) e ascoltando le urla di William che era sempre un po’ nervoso, ma mi voleva un gran bene. Ero lì quando hanno montato l’acquario e poi quando lo hanno tolto, ero lì quando sono arrivate le macchine evolute e per montarle ci hanno messi a lavorare nel bel mezzo del salone, ero lì quando in portineria c’era la guardia che mi apriva col suo “Buongiorno principessa…” e quando poi hanno montato i freddi tornelli e messo la porta a vetri con apertura a badge, che divide la filiale dal resto del mondo, e improvvisamente i colleghi di sopra (e tra loro anche tu) hanno smesso di passarmi davanti e darmi il buongiorno tutte le mattine. Ero lì quando hanno tolto la segreteria e quando hanno spostato i servizi vari prima a destra, poi a sinistra, poi a destra di nuovo ed ora qualcuno mi ha perfino detto che non esistano più! Ed infine ero lì quando è morta la Grazia e poi la Giuliana e poi Pastorix… 

Sai l’altro giorno ho sentito una signora chiedere alla parrucchiera se oltre ai capelli avrebbe potuto idratarle la mente, forse avrebbe necessità di idratazione pure la mia: ci puoi pensare tu? Ti mando un abbraccio e ti ricordo il pranzo assieme del 3 maggio in agenda già fissato potresti iniziare quel giorno lì!

Ti voglio bene!

Fra

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