Da qui

Ormai da settimane segui il medesimo percorso fino a sederti nella stessa panchina. Ogni giorno.
Hai scoperto che ti piace osservare le persone, immaginarne vite e sentimenti. Un po’ lo sai da sempre a dire il vero, ma questi ultimi mesi di vita e di solitudine forzata ti hanno insegnato ancora di più ad amare questo aspetto di te.
Stai imparando la pazienza, l’ascolto di quello che ti porti dentro e in maniera impercettibile a saper tenere lontano ciò che non ti appartiene.
Non hai fretta, neppure oggi. Il tuo luogo di osservazione privilegiato lo hai scelto con cura, è sempre libero, quasi tu lasciassi un’impronta ogni volta che lo abbandoni così da dissuadere altri dall’occuparlo.
E’ un punto particolare del parco che ti consente di ruotare lo sguardo intorno e capire immediatamente chi sarà destinatario del tuo viaggio.
Ti sistemi, ti rilassi e poi le vedi. Non hai nessun dubbio, oggi i tuoi occhi saranno solo per loro.
Quanti anni potrebbero avere? Più o meno la tua età diresti, consapevole del margine di errore tenuto conto della distanza.
A pelle ti piacciono immediatamente, forse per il modo particolare che hanno di sedersi accanto, nonostante tutti i divieti alla vicinanza.
C’è una luce particolare che sfiora quel loro gesticolare animato, ne illumina i sorrisi.
Sono felici, ti sembra, almeno qui e ora. Ed è con un piccolo moto di invidia, quella che tu definisci “buona”, che pensi a quanto sarebbe bello se potessi esserci anche tu ad assorbire quella luce.
Le trovi belle, di una bellezza probabilmente molto diversa nel quotidiano, ma che in questo preciso momento in cui sono insieme, le accomuna quasi rendendole simili.
A un tratto è come se tu da lontano potessi sentire la loro energia e il sentimento che paiono racchiudere le loro parole.
Che bella un’amicizia così, avere qualcuno che ride con te per niente, canta le stesse canzoni, legge gli stessi libri e ti dice quello che il resto del mondo non avrebbe mai il coraggio di dirti.
Immagini che sia questo che passa fra loro, una corrente sottile che consente di suddividere le emozioni più difficili da gestire in pezzettini, pacchetti piccoli piccoli così da riuscire a tenerli comodamente in tasca.
Stappano una birra e brindano. Scattano foto al sole che scende e ridono, apparentemente inconsapevoli del tempo che passa.
I primi brividi ti ricordano che la primavera è solo all’inizio, il sole sta tramontando e tu dovresti tornare. Che poi, tornare da chi, se non c’è più chi ti aspetta.
Ti commuovi al pensiero del tempo in cui ti sentivi ripetere “non prendere freddo” insieme a “scrivimi quando arrivi”. Era dolce. Sei tentata di avvicinarti a quella panchina, entrare nella loro luce e dirglielo quanto ti manca proprio quella cosa lì.
Forse saresti accolta e magari sarebbero capaci di capire cosa provi.
Ma ci rinunci, non vuoi sembrare quella strana.
Allora ti alzi, un pochino controvoglia, e mentre ti allontani continui a guardarle perché non riesci a staccare gli occhi dalla loro sintonia.
Sa di affetto, di speranza e progetti.
Profuma di sogni condivisi, che, è vero, per ora sono solo parole.
Ma accadranno, lo sanno loro e lo sai anche tu.

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