Anche il mare a volte si innamora

Credo che la tentazione di cambiare il ricordo, per renderlo più dolce e più accettabile, sia sempre presente in ciascuno di noi. A volte la mente ci riesce talmente bene che crede fermamente nella verità di ciò pensa sia accaduto. Per quanto io mi sforzi però, quelli a cui penso ora non erano mai giorni felici. Mi staccavo da te e mi faceva male la “pancia del cuore”. Riflettendo con un minimo di razionalità non era un vero e proprio dolore, ma più un senso di spaesamento e di incertezza che mi accompagnava lungo tutti i chilometri che ci separavano dalla colonia estiva. C’era sì l’emozione della novità, la compagnia delle amiche e l’immensa voglia di vederlo il mare. Ma sopra ogni cosa aleggiava la paura di quello che io sarei stata lontana da te, il timore di non essere più nulla, di non farcela, la sensazione di divenire quasi incorporea fino a sparire del tutto.

Indifesa, eccolo il termine giusto. Indifesa e completamente impreparata ad affrontare qualsiasi realtà che non fosse quella del nido che tu avevi costruito per me. Non ero serena allora, ora posso dirtelo. A quei tempi non lo avresti capito, oppure avresti capito ma ti saresti rifiutata di accettarlo. Ora so che puoi farlo, sia capire che accettare. Incompleta, insicura e spaventata. Non ti sto addossando colpe, io so che stavi facendo il meglio che potevi e soprattutto sono certa del fatto che tu mi amassi da impazzire, fin troppo. Però io ero così. Per questo partire anche solo per due settimane lontana da casa diventava per me uno strazio.

Non potevo certo mettermi a piangere, ero sufficientemente grande per sembrare ridicola se lo avessi fatto, ma ho ricordi così vivi dei miei momenti più disperati che potrei, senza alcuna difficoltà, iniziare con il farlo ora.

Un esempio fra tutti è quello del registratore con le cassette delle favole che una ragazzina ascoltava ogni sera in camerata cullandosi, nel vero senso della parola, con questa musica “Finisce così, questa favola muore e se ne va…. Se ne va…” Si muoveva dondolando al suono delle parole fino a che crollava di sonno. Lei si addormentava ed io restavo sveglia.

Quel ritornello era ed è tuttora struggente per me, perché rappresenta il simbolo della lontananza. Arrivava la notte ed io mi sentivo sola al mondo. Avrei voluto urlarlo quanto mi sentivo sola e spaventata ma per pudore ricacciavo le lacrime e cercavo di dormire. Come spesso mi capita nella vita mi è sufficiente però il ricordo di qualcosa di bello per rischiarare il resto e pensare che, comunque siano andate le cose, sia valsa la pena vivere quei momenti.

E il mio ricordo stupendo, che brilla e illumina il tutto è quello di un gruppetto di ragazzine in camicia da notte che, anche se non dovrebbero, escono oltre l’orario consentito, complici le loro giovanissime assistenti. Una fuga al buio composta unicamente di piccole macchie bianche e svolazzanti tutte tese e concentrate a trattenere risate e sospiri di eccitazione per non farsi scoprire. Una corsa nel vento verso il mare, per poterlo vedere nel suo abito più bello, nel momento in cui anche lui si innamora. Sento ancora sulla pelle il fresco della brezza, nello stomaco il gusto di qualcosa di proibito, che non avevo mai pensato prima di poter fare e la curiosità di capire cosa succedesse al mare quando lo toccava l’amore. Ed eccolo finalmente, i nostri piedi nella sabbia umida e gelida della notte e in lontananza l’acqua scura a confondere l’orizzonte. Un orizzonte che sarebbe parso monocolore se non fosse che ad intervalli regolari apparivano fra le onde lampi di luce, piccole strisce fosforescenti che arrivavano fino a riva.

Ricordo ancora lo stupore di me bambina, l’emozione e l’incanto che in un attimo superavano qualsiasi altra sensazione. Mi sentivo una regina di fronte allo spettacolo magico che la natura mi stava regalando. Era amore quella luminescenza quasi blu che appariva a tratti, se ne andava e poi tornava con un’onda per poi sciogliersi in mille cristalli luccicanti al contatto con la sabbia, che pure tentava di trattenerli ancora un po’.

La porto dentro quella magia, la custodisco nel cuore e continuo a cercarla, non solo nel mare, ma anche negli occhi di chi, come me, forse almeno una volta l’ha incontrata.

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